La finestra per i pensionamenti che i docenti vorrebbero chiudere

Settimana decisiva per la definizione della terza manovra finanziaria anticrisi. Nei prossimi giorni dovrebbero essere definiti gli emendamenti correttivi, dopo le polemiche per l’altalena dei cambiamenti che si sono susseguiti.

Rientrata l’ipotesi di spostare le feste civili (25 aprile, 1° maggio e 2 giugno) sulla domenica successiva, ma confermato invece lo spostamento dei santi patroni (escluso il 29 giugno S. Pietro e S. Paolo), con effetti conseguenti sul calendario scolastico che, quindi, avrà due giorni di lezione in più (il 2012 è bisestile), il personale scolastico spera in un ripensamento del Parlamento sugli interventi previdenziali.

Per il comparto scuola, infatti, è stata introdotta la novità della “finestra” per il pensionamento. Il decreto legge l’ha spostata avanti di un anno, cioè al 1° settembre 2013 anziché al 1° settembre prossimo, facendo salve, però, le situazioni di coloro che maturano il diritto a pensione (per età o per servizio) entro il prossimo 31 dicembre.

Le 30 mila persone tra docenti e Ata che pensavano di lasciare il servizio il prossimo anno dovranno attendere e rimanere in servizio per un altro anno (e i precari che attendono il ruolo non avranno posti liberi per nuove assunzioni).

Dal prossimo anno ci sarà anche una stretta sulle liquidazioni per la buonuscita (o TFR come lo si vuole chiamare). Il personale scolastico sarà in buona compagnia perché la disposizione, se confermata senza emendamenti integrativi, prevede per tutti i dipendenti pubblici che lasciano il servizio per pensione di anzianità un rinvio di 24 mesi della liquidazione: un modo per disincentivare le pensioni anticipate.

Per chi lascia il servizio per raggiunti limiti di età o di servizio (40 anni) il rinvio di liquidazione sarà soltanto di sei mesi. Fatti salvi, comunque, eventuali emendamenti (si spera migliorativi).