La dirigenza scolastica a personale esterno?/1: la beffa

Al fine di “porre rimedio alla forte scopertura di dirigenti scolastici rispetto agli organici, che nei prossimi mesi raggiungerà il 50 per cento dei posti (…), si suggerisce di ampliare la possibilità di attribuire incarichi dirigenziali ad esterni“. La raccomandazione è contenuta nello schema di parere approvato il 30 giugno dalla commissione istruzione del Senato sul disegno di legge n. 2978 di conversione del decreto legge n.136/2004, concernente le disposizioni urgenti per garantire la funzionalità di taluni settori della pubblica amministrazione.
A Tuttoscuola non è sfuggita la “bizzarra” proposta parlamentare, e ne ha puntualmente informato i propri lettori nella newsletter di lunedì 5 luglio. Immediatamente si sono levate le grida di protesta di alcuni sindacati contro l’iniziativa della commissione di Palazzo Madama.
Forse non crederanno alle proprie orecchie le decine di migliaia di docenti che aspirano da anni alla dirigenza scolastica, dopo le promesse di un pronto intervento fatte al riguardo dal ministro Moratti a inizio mandato, che si sono concretizzate solamente a distanza di tre anni con l’indizione di un concorso ordinario per 1.500 unità oltre al corso-concorso riservato ai presidi incaricati. Il suggerimento della commissione istruzione di ricorrere a personale esterno per loro sarebbe una beffa.
Del resto il governo Berlusconi ha già fatto ampiamente ricorso a personale esterno per l’affidamento di incarichi dirigenziali amministrativi e tecnici, e quindi la minaccia potrebbe apparire verosimile, anche se bisognerebbe rivoluzionare molte norme esistenti, tra cui il decreto legislativo 165/2001 che regola i rapporti di lavoro nel pubblico impiego.
A quando, verrebbe da chiedersi, un venditore di Publitalia sulla poltrona di dirigente scolastico?