La concordia discors del governo M5S-Lega mette in secondo piano l’istruzione

È stato osservato che la particolare configurazione dell’attuale maggioranza parlamentare che sostiene il governo giallo-verde, basata su un contratto (accordo che assomma priorità  contraddittorie) anziché su una alleanza (accordo che sceglie e condivide le priorità), costringe i due partner ad una sorta di campagna elettorale permanente, nel tentativo di dare peso politico e visibilità alle rispettive proposte-bandiera: reddito di cittadinanza e giustizia da una parte, sicurezza e blocco dell’immigrazione clandestina dall’altra, con una convergenza parziale sul superamento della riforma Fornero.

È come se le due forze politiche di governo si preparassero a un confronto non con le opposizioni, che peraltro hanno posizioni diverse e contrastanti, ma tra di loro, in vista di scadenze elettorali (la prima sarà in Sardegna a gennaio-febbraio, poi ci saranno le elezioni europee, già fissate per il 23-26 maggio 2019) che le vedranno in competizione. I sondaggi danno la Lega di Salvini in grande crescita, e questo costringe il M5S a premere l’acceleratore sulle sue riforme simbolo: la lotta alla corruzione, la riduzione dei costi della politica, e soprattutto il reddito di cittadinanza, molto atteso nel Sud e nella Campania di Luigi Di Maio.

L’ottica dei due partner di governo appare così necessariamente legata ai tempi brevi, a risultati immediati e visibili, come il blocco dell’immigrazione e il decollo del reddito e delle pensioni di cittadinanza. In una fase storica nella quale – ancora più che in altre, anche per una serie di fenomeni globali – servirebbe grande lungimiranza.

Le priorità e i valori di M5S e Lega sono diversi e contrastanti, ma nel breve periodo conviene ad entrambi puntare su risultati ad elevata visibilità e spendibilità elettorale. È chiaro che in questo contesto di emergenze congiunturali non c’è spazio per le politiche di medio-lungo periodo, come quelle che interessano l’istruzione, l’università e la ricerca, che si pongono nella logica degli investimenti strutturali, e non in quella dell’aumento della spesa corrente. Ecco perché se ne sente parlare molto poco. Nel mettere in secondo piano questi temi il tandem governativo è concors.