La carta elettronica del docente da spendere anche in funzione della scuola

L’art. 12 del Ddl S.1934 in discussione al Senato prevede per i docenti, dopo quasi vent’anni, il ritorno all’obbligo di aggiornamento e formazione. I sindacati hanno tentato una timida resistenza per mantenere l’aggiornamento nell’ambito dei diritti e non dei doveri.

“Nell’ambito degli adempimenti connessi alla funzione docente, la formazione in servizio dei docenti di ruolo è obbligatoria, permanente e strutturale”.

La nuova norma prevede che “Le attività di formazione sono definite dalle singole istituzioni scolastiche in coerenza con il piano triennale dell’offerta formativa di cui all’articolo 2 e con i risultati emersi dai piani di miglioramento delle istituzioni scolastiche previsti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80, sulla base delle priorità nazionali indicate nel Piano nazionale di formazione”.

Non un obbligo formativo astratto, avulso dalle esigenze della scuola in cui si opera. Bene.

E il ddl introduce la card personale del docente (500 euro all’anno da spendere per la formazione personale individuale). Nel lungo elenco di strumenti e di attività spendibili con la card per la formazione personale del docente è inserita anche l’eventuale “iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali …. nonché per iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione”.

La partecipazione a queste attività formative non è vincolante; il bonus di 500 euro può essere speso tutto in altre attività culturali, in libri e manifestazioni.

Allora: lo strumento della card è un’importantissima novità, l’autonomia che viene lasciata al docente per utilizzarla è un valore, ma deve affiancare attività formative aggiuntive, obbligatorie per tutti, promosse dal Ministero dell’istruzione. Non ci si può affidare solo a una card per formazione “fai da te”, o formazione… “a la carte”.