“La Buona Scuola: se trecentomila firme vi sembran poche …

Il 30 ottobre scorso, i Segretari Generali di FLC CGIL, CISL SCUOLA,  UIL SCUOLA, SNALS CONFSAL e GILDA UNAMS hanno tenuto una conferenza stampa nella piazza antistante Monte Citorio, al termine della quale hanno consegnato alla Presidenza del Consiglio trecentomila firme di dipendenti della Scuola, con le quali si chiede l’avvio della trattativa contrattuale.

Lapidario il commento del ministro dell’istruzione Giannini, che ha bollato l’iniziativa come “un modo vecchio di fare sindacato”, dando luogo alla piccata reazione del segretario generale della  CSIL SCUOLA Francesco Scrima: “A noi sembra piuttosto vecchio questo tipo di attacchi, che sfuggono sempre al merito delle questioni e al confronto con gli interlocutori, in nome di “novità” che restano tutte da scoprire”.

La campagna di delegittimazione del sindacato sta producendo, almeno nella scuola, il ricompattamento del fronte, sia pure con un meccanismo “a geometria variabile”, che vede, all’interno della più generale unità di tutte le sigle rappresentative del comparto (FLC CGIL, CISL SCUOLA,  UIL SCUOLA, SNALS CONFSAL e GILDA UNAMS), un legame più stretto tra i sindacati confederali, che daranno luogo, il prossimo 8 novembre, ad una manifestazione di tutto il pubblico impiego per il rinnovo dei contratti.

La spinta verso l’intesa tra le sigle confederali parte dal livello locale. Significativo, da questo punto di vista, il documento unitario sulla Buona Scuola prodotto dalle Segreterie Regionali di FLC CGIL, CISL SCUOLA e UIL SCUOLA del Lazio, una regione che, nel passato, era stata una “faglia” importante della spaccatura tra le sigle della “Triplice”. Il documento si pone in una prospettiva di accentuata critica verso le proposte governative. Prima ancora del merito, viene contestata l’idea di una consultazione telematica che sarebbe poco rappresentativa del mondo della Scuola. Vincenzo Alessandro,  Segretario Generale della CISL SCUOLA del Lazio – sentito da Tuttoscuola a margine di un convegno – sottolinea che “il metodo di consultazione adottato dal Governo costituisce una grave deformazione della dialettica democratica. Emblematica è la consultazione sulla riforma del Pubblico Impiego: 39.343 email a fronte di circa tre milioni di dipendenti pubblici non sono uno strumento di partecipazione democratica, ma una mistificazione”.

Forte il riferimento agli elementi di sostanza, rispetto a quelli di richiamo. Bene il rinnovamento della didattica, ma “non vorremmo” – aggiunge Alessandro – “che mentre costruiamo il tetto dimenticassimo le fondamenta dell’edificio. Mia figlia, studentessa  presso il liceo Peano di Roma, non va a scuola da dieci giorni per il crollo del controsoffitto della scuola…”