Istruzione tecnico professionale, Lombardo (MIM): ‘Dobbiamo pensare a una grande operazione di rilancio. Orientamento? Riforma grande passo avanti’

Domanda e offerta di lavoro non si incontrano. Troppo spesso in questo periodo sentiamo storie di datori di lavoro alla ricerca disperata di figure da inserire nel proprio organico che non riescono a trovare. Eppure i giovani ci sono, sono formati e hanno voglia di mettersi in gioco. Peccato non negli ambiti richiesti. Oggi infatti i ragazzi che scelgono l’istruzione tecnica e professionale sono ancora pochi e poco motivati. E allora che fare? Ne abbiamo parlato ad ExpoTraining con Gianluca Lombardo, della Direzione generale per gli ordinamenti del MIM.

Riforma dell’istruzione tecnico superiore: a che punto siamo?

“Come annunciava il ministro siamo al punto di incardinamento per il passaggio parlamentare, poi sarà varata dal Consiglio dei Ministri. Avrà una corsia preferenziale per essere attuata dopo che il Parlamento avrà vagliato il testo sottoposto dal consiglio dei ministri. L’obiettivo è lavorare per un’offerta formativa che riguarda l’anno 24/25″.

Ancora troppi pochi ragazzi sognano di voler svolgere in futuro delle professioni tecniche. Cosa si sta facendo per invertire la rotta?

“Un ragionamento specifico sulla filiera tecnico professionale è sicuramente una risposta. Bisogna dare maggiore dignità all’istruzione tecnico professionale, collegarla alle potenzialità che ha sul piano occupazionale per contrastare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, lavorare – cosa che in parte già è stata fatta, ma che bisogna fare ancora di più – per un adattamento dei curriculi alle esigenze del territorio, oltre che rafforzare la didattica per competenze. Ecco, queste sono le risposte che dobbiamo dare insieme a una grande operazione culturale di rilancio dell’istruzione tecnica e professionale, di formazione dei docenti anche in collegamento con l’aggiornamento legato alle innovazioni tecnologiche dei settori produttivi e il collegamento tra scuole tecniche e professionali e istruzione terziaria, tecnologica superiore, appunto quella degli ITS. Tutte queste azioni necessitano di azioni costanti di accompagnamento sui territori dove gli uffici scolastici, insieme al ministero, possono giocare la loro parte”.

L’orientamento scolastico, in questi anni, non è riuscito a svolgere il suo lavoro al meglio. La riforma dell’orientamento di cui si discute tantissimo in questo periodo, secondo lei basterà a cambiare le cose?

“Sicuramente questa è una riforma che tiene conto dell’esigenza di creare figure specifiche dedicate all’orientamento e questo è, senza dubbio, un fatto positivo. Queste figure specifiche hanno anche un riconoscimento retributivo e una formazione dedicata. Uno dei problemi che abbiamo riscontrato riguarda la non conoscenza da parte di alcuni docenti di tutta l’offerta terziaria, compresa quella degli ITS. Questo problema dovremmo riuscire a risolverlo ora attraverso queste azioni che si stanno attuando perché nell’ambito della formazione dei docenti tutor Indire sta prevedendo dei momenti dedicati all’istruzione tecnica superiore. Avere figure specializzate per aiutare i ragazzi a seguire la loro strada presentando loro quelle che sono le opportunità è un passo avanti”.

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