Istat: In 20 anni la scolarità alla secondaria è aumentata di 24 punti

Ma resta lontana dagli obiettivi europei

E’ aumentato in Italia il tasso di scolarità, con 92 ragazzi su 100 iscritti alla secondaria rispetto ai 68 del biennio 1990/1991. La componente che ha trainato la crescita è stata quella femminile (con una partecipazione scolastica del 93%, contro quella maschile del 91,5%), con un sorpasso che si era già verificato alla fine degli anni Ottanta. Lo Stivale si conferma inoltre un paese di liceali, visto che nel biennio 2010/2011 l’incidenza dei corsi tecnico-professionali è diminuita a tutto vantaggio degli indirizzi classico-scientifici.

Anche i dati dei diplomati parlano di una prevalenza femminile: sono 74 su 100 i giovani di 19 anni che ottengono un diploma, contro i 50 su 100 degli inizi degli anni Novanta (+24%); ma se si guarda al genere di appartenenza, le ragazze concludono più frequentemente dei secondi il percorso formativo (il 78 per cento delle ragazze ottiene il diploma, contro soltanto il 69 per cento dei ragazzi).

I dati rivelati oggi dal rapporto annuale dell’Istat rimangono lontani dagli obiettivi comunitari contenuti nel programma “Europa 2020”, a partire dal sistema universitario.

Dall’introduzione nel 1999 della riforma del 3+2, si è infatti registrato in tutta Italia un costante incremento delle immatricolazioni, che ha raggiunto il valore massimo nel 2003/2004 (oltre 350 mila). Soltanto nel biennio 2009/2010 il numero delle nuove iscrizioni (quasi 311 mila) è risultato inferiore a quello rilevato nel primo anno della riforma. A fronte dell’obiettivo europeo di una quota del 40% di laureati tra i 30 e i 34 anni, in Italia, nel 2010, si è sotto il 20% (19,8%).

Nel 2011, infine, la percentuale di giovani che ha interrotto precocemente gli studi è stata del 18,2%. Un fenomeno che ha coinvolto il 21,3% dei giovani del Sud e il 16% dei coetanei del Centro-Nord.