Iscrizioni. Primo liceo scientifico, secondo alberghiero. Ci sarà una ragione…

Con 121.686 richieste di iscrizione (dati provvisori, quelli definitivi arriveranno ad aprile) il Liceo scientifico ha confermato anche per l’anno scolastico 2014-2015, come ormai avviene da non pochi anni, di essere di gran lunga l’indirizzo preferito dagli studenti e dalle loro famiglie, totalizzando il 22,9% delle domande.

La sorpresa caso mai viene dell’Istituto alberghiero, che con 48.867 domande occupa il secondo posto (9,6%) tra i percorsi di studi più scelti in Italia per il prossimo anno scolastico e supera il ‘campione’ dell’istruzione tecnica, l’indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing che è sceso all’8,6% dal 9,2% dell’anno scorso ed è stato superato anche dal Liceo linguistico (8,9%).

La tendenza che emerge da questi dati è quella che vede le scelte delle famiglie privilegiare due indirizzi con forte identità, egemoni nelle rispettive aree di appartenenza, quella liceale e quella professionale: il liceo scientifico (con l’opzione scienze applicate che cresce a scapito dell’indirizzo tradizionale), che da solo raccoglie quasi metà delle domande di istruzione liceale, e l’istituto alberghiero che fa lo stesso all’interno dell’area professionale.

La polarizzazione si verifica cioè attorno a due indirizzi  dalla caratterizzazione esplicita: nel senso della formazione generale propedeutica a studi ulteriori nel primo caso, e di un percorso di formazione professionale specifica, propedeutica al lavoro, nel caso degli Alberghieri.

Più statica, malgrado gli straordinari sforzi per rilanciarla in corso almeno dal 2006 (Governo Prodi-Fioroni) appare l’istruzione tecnica, che nel complesso arretra dello 0,4% e al cui interno si difendono due indirizzi come Amministrazione, Finanza e Marketing e Informatica e Telecomunicazioni che sembrano offrire più chances di occupazione rispetto ad altri.

Il fatto è che l’istruzione tecnica offre indirizzi che sono meno generalisti (per ovvie, costitutive ragioni) di quelli liceali ma anche meno specializzanti di quelli professionali. Hanno insomma un’identità più debole, che l’operazione ITS non basta a rilanciare.