Introduzione sperimentale delle competenze non cognitive nel metodo didattico: una proposta per contrastare povertà educativa e dispersione

Presentata alla Camera quasi due anni fa, è approdata in Aula per la trattazione e la prevedibile approvazione la proposta di legge AC 2372, sostenuta unanimemente dai gruppi parlamentari (primo firmatario l’on. Lupi), “Disposizioni per la prevenzione della dispersione scolastica mediante l’introduzione sperimentale delle competenze non cognitive nel metodo didattico”. La proposta di legge ha l’obiettivo di introdurre per un triennio di sperimentazione (adesione volontaria delle istituzioni scolastiche) nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado le competenze non cognitive (come amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva, apertura mentale) per contrastare in modo efficace la povertà educativa e la dispersione scolastica.

Nella relazione introduttiva, anche a sostegno della proposta di legge, si fa riferimento al «Rapporto sulla conoscenza» del 2018 dell’Istituto nazionale di statistica da cui è emerso che al termine del primo ciclo di istruzione il 34,4 per cento dei giovani non aveva raggiunto un livello sufficiente di competenze alfabetiche, un dato che saliva al 40,1 per cento se si consideravano le competenze numeriche.
All’art. 3 della proposta di legge si prevede che l’introduzione sperimentale delle competenze non cognitive è finalizzata a sviluppare negli studenti, tramite un’innovativa pratica didattica, abilità e competenze quali la flessibilità, la creatività, l’attitudine alla risoluzione dei problemi, la capacità di giudizio, la capacità di argomentazione e la capacità di interazione.

Nel presentare in Aula la proposta di legge, il relatore, on. Lattanzio, ha, tra l’altro, ricordato anche che “Il premio Nobel James Heckman, premio Nobel per l’economia, ci ha ricordato in diversi passaggi che è necessario superare in maniera definitiva il meccanicismo e il funzionalismo della scuola attuale, per aprirsi a ciò che lui chiama character skills e alle sfide del contesto relazionale e culturale in cui un ragazzo è inserito. Quindi, diventa indispensabile insegnare non le sole nozioni, ma è necessario introdurre la conoscenza e la competenza che porta alla riscoperta di persone, relazioni e valori che permettono agli studenti e alle studentesse di affrontare in maniera maggiormente completa e consapevole non soltanto la scuola ma la sfida che il mondo attuale globalizzato ci pone davanti, di cui la scuola fa parte”.

La specifica formazione dei docenti, prevista dalla proposta di legge come fase preliminare della sperimentazione, è dirimente per il successo della interessante iniziativa parlamentare. 

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