Intercultura, ultimi giorni per iscriversi al bando: c’è tempo fino al 12 novembre

Ultimi giorni per tutti gli studenti tra i 15 e i 17 anni per iscriversi al concorso di Intercultura in scadenza il 12 novembre sul sito www.intercultura.it. In palio 2.100 posti in 65 Paesi nei 4 continenti e oltre un migliaio di borse di studio offerte da sponsor o messe a disposizione dall’apposito fondo di Intercultura. Tra i posti disponibili anche un centinaio in Cina e circa 300 negli USA. Attualmente, sono all’estero più di 2.100 studenti in tutti e 4 i continenti:  il 21% negli USA e Canada, il 5% in Australia e Nuova Zelanda; il 25% in America latina, il 13% in Asia, l’1% in Africa, il 35% in diversi Paesi dell’Europa.

Inoltre, i programmi scolastici di Intercultura sono conformi al bando per le borse di studio per soggiorni scolastici all’estero offerte dal programma ITACA di INPS:  si tratta di 1.250 borse di studio riservate ai  figli o orfani ed equiparati dei dipendenti e dei pensionati della pubblica amministrazione iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali o dei pensionati utenti della Gestione Dipendenti Pubblici. (www.intercultura.it/programma-itaca)

L’attenzione verso la formazione scolastica all’estero è sempre più presente tra gli adolescenti italiani. E’ in continuo aumento il numero degli studenti delle scuole superiori che decide di trascorrere un periodo di scuola (dai tre mesi all’anno scolastico) in un altro Paese: +111% tra il 2009 e il 2016, arrivando a una stima di 7.400 studenti all’estero nell’ultimo anno (fonte ricerca 2016 Fondazione Intercultura).

Dati in continua crescita che nascono dalla consapevolezza dei benefici derivanti dall’esperienza di scuola e di vita in un altro Paese. Chi ritorna da un periodo scolastico di lunga durata all’estero, come i 290 ex partecipanti a un programma di Intercultura che hanno recentemente risposto a un questionario legato all’esame di maturità appena superato (il 21,7% con voto pari a 100 o 100 e lode), afferma nella totalità dei casi (95,9%) di aver sviluppato una maggiore apertura mentale;  tra gli altri benefici si contano anche una migliore conoscenze di una o più lingue straniere (80%), una spiccata capacità di autonomia di giudizio (63,1%), capacità di lavorare in gruppo (51%), maggiore velocità di apprendimento (41%).

Insomma, i benefici di un’esperienza vissuta all’estero da adolescenti sono evidenti (fonte ricerca 2016 Fondazione Intercultura su 900 ex partecipanti partiti tra il 1977 e i 2012): si laureano in misura maggiore  (84% vs la media italiana tra ex liceali pari al 52%), con un percorso universitario brillante (il 64% si dichiara tra i migliori del proprio corso e il 32% ottiene il massimo alla laurea rispetto al 21% della media nazionale), che ha scelto il lavoro dipendente (a livelli quadri e dirigenziali per un terzo di loro, vs il 15% degli italiani) anche per poter intraprendere una carriera internazionale.  Inoltre non hanno avuto difficoltà a trovare lavoro o a cambiarlo, lo dichiara l’83% e il tasso di disoccupazione complessivo è al di sotto del 9% (vs un dato italiano pari al 14% tra i 20 e i 54 anni). Non sono di certo “bamboccioni”, visto che solo il 2% degli over 34 anni vive ancora con i genitori, rispetto a un dato nazionale che si attesta attorno al 12%.

Lo sanno bene personaggi con percorsi professionali e di vita che implicano talenti e capacità molto diversi tra loro, ma che hanno un unico comun denominatore: l’aver trascorso da 17enni un anno scolastico all’estero con Intercultura.  Astronauti come Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti, lo scrittore Antonio Scurati, la cantante Gaia Gozzi di X Factor; imprenditori e manager come Luca Barilla, Diego Piacentini, Franco Bernabè, la  giornalista Maria Concetta Mattei, il produttore di eventi olimpici Marco Balich, il vicepresidente della Guinness World Records Marco Frigatti; rettori universitari e ambasciatori come Sergio Pecorelli  e Roberto Toscano e star del rugby come Andrea Gino, appena laureatosi vincitore del campionato di serie A in Norvegia.

Tutti loro si sono spostati da adolescenti dalla propria “zona di sicurezza” per accettare la sfida di trascorrere un lungo periodo in una posizione di minoranza, a contatto con una cultura diversa dalla nostra, immersi in una lingua ancora tutta da imparare e da capire e accolti da una famiglia, il nucleo primario della società, permette a un giovane ragazzo dalla personalità in veloce trasformazione di sviluppare quelle competenze che sono richieste in primis dall’Unione Europea e, più in generale, da un mondo del lavoro sempre più globalizzato.

Per gli studenti che frequentano all’estero l’intero anno scolastico, la normativa scolastica italiana riconosce la possibilità di accedere alla classe successiva senza ripetere l’anno. Il Ministero dell’Istruzione ha chiarito (nota 843/2013) che le esperienze di studio all’estero sono “parte integrante dei percorsi di formazione e di istruzione” e che sono “valide per la riammissione nell’istituto di provenienza”. (www.intercultura.it/normativa).  Inoltre, le esperienze di studio all’estero sono equiparate ai progetti di Alternanza Scuola Lavoro: per riconoscerle contano le competenze acquisite e il parere del Consiglio di Classe. Il 28 marzo 2017 il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha pubblicato la Nota MIUR prot. 3355 con alcuni importanti chiarimenti sull’Alternanza Scuola Lavoro. In particolare, al punto 7 il MIUR si esprime sull’Alternanza Scuola Lavoro per “gli studenti che partecipano a esperienze di studio o formazione all’estero”. (http://www.intercultura.it/studenti/faq/).