Intelligenza artificiale a scuola, Valditara: ‘Impatto positivo nel lavoro dei docenti. In Campania nuova sperimentazione’

Il MIM porta a Napoli “Scuola Futura – AI Summit”: studenti e docenti da 40 Paesi, oltre 300 ore di formazione e 35 installazioni per esplorare come l’intelligenza artificiale può sostenere la personalizzazione e valorizzare i talenti. Dall’8 al 13 ottobre, Napoli ospita un summit internazionale promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito nell’ambito del campus itinerante “Scuola Futura”: l’obiettivo dichiarato è studiare come l’intelligenza artificiale possa potenziare la personalizzazione della didattica e la valorizzazione dei talenti.

Il Ministro: “Non solo dibattito, ma laboratorio di cittadinanza digitale”

All’inaugurazione, Giuseppe Valditara ringrazia i docenti e richiama le radici dell’iniziativa nel G7 Istruzione: «Perché non fare un dibattito sull’IA?». L’intento — spiega — è portare l’Italia al centro della discussione e trasformare il confronto tra studenti in un laboratorio di cittadinanza digitale. Protagonisti non solo gli alunni, ma anche gli insegnanti: «Un percorso di formazione e apprendimento, un momento di confronto, dialogo ed educazione critica».

Nel bilancio delle azioni già avviate, il Ministro ricorda le linee guida nazionali sull’IA e una sperimentazione nella didattica: i primi dati comparati segnalano una media finale di 7,63 nelle classi sperimentali contro 6,90 in quelle di controllo, con azzeramento del tasso di non ammissione nelle prime (contro il 16% nelle seconde) e benefici per gli alunni con difficoltà di apprendimento.

Due gli annunci:

– in Campania partirà una nuova sperimentazione in collaborazione con INVALSI, parallela a Agenda Sud, con risorse indicate in 1 miliardo di euro per promuovere pari opportunità;
– via a un piano di formazione da 100 milioni di euro per docenti e studenti: attività laboratoriali per usare l’IA a supporto delle competenze.

Resta fermo — precisa Valditara — il ruolo insostituibile del docente: l’IA non è una protesi che atrofizza l’intelligenza umana. Carta, penna e libro restano fondamentali; dipendenze digitali da contrastare e smartphone considerati strumenti poco idonei in ambito scolastico. «La scuola si fonda sulle relazioni: il docente è e resterà il perno».

Quattro fili tematici: persone, luoghi, tecnologie, metodologie

Delegazioni scolastiche da 40 Paesi si confronteranno con esperti, istituzioni e imprese seguendo quattro direttrici:

1. Persone – competenze degli studenti, ruolo dei docenti, equità e inclusione;
2. Luoghi – ambienti di apprendimento, spazi e tempi della scuola;
3. Tecnologie – strumenti, piattaforme, sicurezza e protezione dei dati;
4. Metodologie – didattiche personalizzate, valutazione, nuovi format di insegnamento.

I numeri del programma: oltre 6.000 tra studenti e docenti, 280 tra mentor e formatori, 50 imprese e start-up selezionate con avviso pubblico, 300+ ore di formazione e 35 installazioni interattive dedicate all’IA.

Le domande sul tavolo (che la scuola si porta a casa)

– Personalizzazione vs privacy: quali garanzie su dati e profilazioni?
– Valutazione degli esiti: come consolidare i risultati della sperimentazione (7,63 vs 6,90; 0% vs 16% di non ammissione) su campioni, tempi e contesti più ampi?
– Formazione: i 100 milioni come si tradurranno in moduli, tutoraggio, produzione di materiali riusabili?
– Equità territoriale: la nuova sperimentazione con INVALSI in Campania come si integra con Agenda Sud per ridurre divari?
– Centralità del docente: quali strumenti operativi per tenere insieme relazione educativa e uso critico dell’IA?

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