Innovazione nella primaria: non resta nulla oltre a inglese e informatica

Lo Snals ha protestato, la Cisl-scuola ha attivato le vie legali per un ricorso, la Cgilscuola ha presentato ufficialmente ricorso al Tar: in questo crescendo rossiniano di opposizione alla circolare n. 62 di interpretazione applicativa del decreto ministeriale n. 61 sul progetto di innovazione nelle prime e seconde classi della scuola primaria, il Miur non poteva far finta di niente e ha preferito gettare la spugna, cancellando tre capoversi della circolare contestata.

Nel merito si potrebbe anche eccepire che i sindacati hanno forzato l’interpretazione delle note ministeriali e che, al massimo, il ministero ha commesso nell’occasione un peccato veniale.
Ma il problema non è di merito: è questione squisitamente politica.

Fatto sta che il ministero, con nuova circolare n. 68, ha preferito togliere ogni riferimento alla possibilità che le scuole autonomamente possano procedere alla “revisione dei modelli organizzativi“, ispirandosi liberamente alle “Indicazioni nazionali per la scuola primaria”.

Ha cancellato la previsione che le scuole possano, sempre se lo vogliono, destinare “maggiore attenzione alle funzioni tutoriali, al coordinamento didattico, alle attività laboratoriali, all’adozione del portfolio delle competenze dei singoli alunni“.

Taglia qua e riduci là, dell’art. 1 è rimasto pressoché nulla, e il progetto di innovazione finisce ormai per essere ricondotto solamente all’insegnamento dell’inglese e dell’informatica.