Inghilterra: un quarto degli studenti prende lezioni private

Una recente ricerca condotta dall’università di Londra su un campione di tremila studenti inglesi (residenti, cioè, nell’area dell’England), frequentanti sia la scuola primaria che quella secondaria, ha rivelato che oltre un quarto di essi (esattamente il 27%) prende lezioni private, con scarse differenze tra i diversi gruppi di età. Il costo di una lezione individuale è mediamente di 25 sterline all’ora, circa 37 euro.
Nella scuola primaria l’intervento si concentra soprattutto sulle competenze linguistiche e sulla preparazione alla "grammar school", simile per certi aspetti al nostro liceo classico, mentre nella scuola secondaria il ricorso ai "private tutors" è finalizzato soprattutto al superamento degli esami conclusivi dell’obbligo scolastico (GCSE), e riguarda in particolar modo la matematica.
Dalla ricerca risulta che le famiglie desiderano aiutare i figli ad ottenere buoni risultati agli esami, piuttosto che migliorare la loro formazione generale. Molti genitori criticano pesantemente l’azione formativa svolta dalla scuola, e considerano le lezioni private come uno strumento di sostegno e riequilibrio affidabile e flessibile.
Il ministero dell’educazione respinge le accuse. Un suo portavoce ufficiale ha sostenuto che il miglioramento delle performance degli allievi registratosi in questi ultimi anni è generalizzato e si deve alle riforme recentemente introdotte. Anche l’OFSTED, il temuto servizio ispettivo inglese, è intervenuto nella polemica sostenendo che i progressi degli allievi si spiegano anche con il fatto che "l’attuale generazione di insegnanti è la migliore di ogni tempo".
Chissà se e quando in Italia si potrà dire qualcosa del genere, e quale sarà l’OFSTED italiano. Forse l’INVALSI? Auguri.