In videoconferenza l’intervista di Inge, l’ebrea sopravvissuta grazie a Papà Weidt

Inge Deutschkron, una delle ebree sopravvissute ai lager e alle persecuzioni naziste, grazie all’aiuto decisivo di Papà Weidt, ha incontrato in videoconferenza gli studenti del quarto anno del liceo scientifico “Spallanzani” di Reggio Emilia che hanno tradotto dal tedesco il libro “Papà Weidt, l’uomo che tenne testa ai nazisti”, uno dei “Giusti fra le Nazioni” ricordato anche a Gerusalemme.

Il libro pubblicato da Inge racconta la storia di questo “ariano”, quasi cieco, che riuscì a proteggere e salvare decine di ebrei (una trentina di loro erano ciechi) che lavorano nella sua fabbrica di spazzole e scope a Berlino durante la seconda guerra mondiale.

I ragazzi del liceo hanno intervistato la scrittrice con una serie incalzante di domande che si sono protratte per oltre un’ora alla presenza di moltissimi altri studenti che hanno gremito la sala rimanendo silenziosamente in attento ascolto.

Inge Deutschkron, in una delle tante risposte fornite ai ragazzi, ha precisato che nella Germania nazista, a differenza di quanto si può credere, sono stati numerosi gli episodi di aiuto nei confronti degli ebrei, anche se di questo non è rimasta documentazione, oltre alla testimonianza orale di qualcuno.

Inge ha ricordato in particolare uno degli episodi di salvataggio messo in atto da Weidt, quando, dopo l’arresto di quasi tutti i suoi dipendenti in quanto ebrei, si recò deciso dalla Gestapo ottenendo che gli fossero restituiti i suoi dipendenti per potere continuare il lavoro della sua azienda.

L’episodio di questa incredibile catena umana di ciechi ebrei che ritornano in azienda è illustrata nel libro di Inge tradotto dai ragazzi del liceo. Il libro (esteri@istoreco.re.it) è particolarmente indicato per ragazzi di scuola primaria e scuola media: lo ha voluto espressamente così l’autrice, come lei stessa ha precisato, rispondendo ad uno degli studenti intervistatori.