In miglioramento le competenze dei 15enni italiani, soprattutto in scienze

Puntualmente, come ogni anno, a metà autunno arriva il Rapporto della Commissione europea sulla situazione scolastica e formativa dei giovani cittadini europei. E altrettanto puntualmente arrivano critiche e valutazioni negative sulla condizione dei giovani italiani.

Ma davvero il quadro complessivo dei nostri è ancora una volta drammatico e l’Italia è il fanalino di coda dei 28 Paesi dell’unione, come vari commentatori hanno dichiarato?

La situazione della scuola italiana che emerge dal Rapporto non è certamente rosea ed esaltante – come già si sapeva dai dati degli anni precedenti – ma si conferma, ancora una volta, un diffuso miglioramento.

Abbiamo esaminato in particolare i dati relativi ai livelli di scarsa competenza dei ragazzi 15enni in lingua, matematica e scienze, comparandoli a quelli dei ragazzi degli altri Paesi e ai dati corrispondenti di tre anni fa.

Per il 2020 il benchmark è stato fissato al 15%, il che significa che al livello minimo non dovrà esserci più del 15% dei quindicenni. Meglio se la percentuale risulterà alla fine ancora più bassa.

In tutti e tre gli indicatori (lingua, matematica e scienze) l’Italia è, se pur di poco, sopra la media dell’Unione. Dovrà scendere ancora per arrivare al benchmark del 15%.

In tutti e tre gli indicatori l’Italia ha migliorato i suoi livelli precedenti del 2010: in lingua è scesa dal 21% al 19,5%, migliorando di 1,5 punti le sue condizioni.

In matematica – la disciplina bestia nera per antonomasia anche per i ragazzi degli altri Paesi – i giovani italiani sono scesi dal 24,9% al 24,7%, facendo registrare uno striminzito incremento di 0,2 punti in percentuale.

In scienze le cose sono andate decisamente meglio, perché la percentuale registrata tre anni fa (20,6%) è scesa di quasi due punti nel 2013 (18,7%), avvicinandosi notevolmente al benchmark del 15% fissato per il 2020.