In memoria di Umberto Margiotta

Se, come da molti viene riconosciuto, la cultura è da considerarsi un bene pubblico e meritorio; se la cultura ha peso insostituibile e risolutivo anche nei processi educativi, la memoria che dedichiamo ad Umberto Margiotta, scomparso imprevedibilmente nell’agosto di questo 2019, non può che ricondursi alla fiducia che Egli riponeva nel valore della ricerca, della speculazione, della riflessione mai pessimista: base per argomentare sui temi dell’educazione, non soltanto in chiave storica, ma anche e soprattutto nella prospettiva delle ricorrenti novità che ne rappresentano la sfida.

Uomo di ricca e approfondita cultura, Umberto, ma con capacità di tradurre in operatività e organizzazione sul terreno della formazione i valori fondanti di un credo pedagogico aperto al confronto,al dubbio, mai  costretto in recinti.

Gli sono venuti, come sappiamo, molti e meritati riconoscimenti non soltanto a livello nazionale, ma anche sul piano internazionale. L’Accademia, le Istituzioni di ricerca, le Organizzazioni internazionali, le Università e le Scuole di formazione di altri paesi e del nostro  lo hanno ospitato riponendo fiducia alta nella sua preparazione e nelle sue capacità.

Merita di essere citata la sua frequentazione con Gadamer, del quale è stato allievo presso alcune Università tedesche, e la sua vasta produzione scientifica, frutto di studi condotti in particolare sui temi della Bildung e delle Scienze della formazione.

Non intendo, però, intrattenermi sui numerosi e importanti incarichi affidatigli e sui tratti della sua formazione o sulle responsabilità avute nel settore della preparazione del personale educativo e scolastico; né voglio sottolineare alcuni particolari e significativi aspetti dei suoi studi di comparatistica. Informazioni compiute si possono guadagnare, se non già note, attraverso le diverse fonti di cui disponiamo e attraverso la ricchissima bibliografia, a testimonianza e documentazione dell’impegno speso da Umberto nel corso della sua vita professionale. 

Ciò che sento di dover condividere con quanti lo hanno conosciuto, frequentato e stimato è la storia di un’amicizia. Per le responsabilità e i lavori che mi hanno coinvolto nel settore dell’educazione e della formazione, ho avuto modo di fare un cammino in comune con molte importanti figure  che hanno onorato, con la loro cultura  e la loro professionalità nel campo dell’educazione e delle scienze della formazione, il nostro Paese. Devo dire che Umberto Margiotta, tra queste figure, si è distinto anche per le doti umane, di generosità,di lealtà e di rispetto nei confronti delle Istituzioni e di chi le rappresentava.

Per ritornare alla storia di un’amicizia, mi piace riprendere l’affermazione di Oscar Wilde: “Tutti sono capaci di condividere le sofferenze di un amico. Ci vuole,invece, un’anima veramente bella per godere del successo di un amico”.In questa affermazione si specchiava Umberto, che non metteva l’ “io” al centro della relazione con gli amici. È aspetto rilevante di quel “Nuovo Umanesimo” dietro il quale ci eravamo recentemente ritrovati, con l’intento di contribuire, insieme ad altre importanti figure e collaboratori della Casa  Editrice Armando, al rilancio dell’educazione nel nostro Paese, e nell’occasione della cerimonia organizzata nel maggio scorso per i  “70 anni  della Casa Editrice. Rimettere l’uomo al centro di tutto: questo un ulteriore motivo di alleanza che ci portava a fare insieme un solidale cammino.