In Africa un prof su 7 ha l’AIDS

Nell’Africa subsahariana un insegnante su 7 ha contratto l’AIDS.
Una percentuale enorme, che trova riscontro in analoghe altissime percentuali che colpiscono la popolazione, soprattutto giovanile. Lo si è appreso a Porto Alegre, in occasione dello svolgimento del quarto Congresso dell’Internazionale dell’Educazione (I.E.), un’organizzazione alla quale aderiscono sindacati della scuola di tutto il mondo in rappresentanza di 29 milioni di iscritti. Ne dà conto il sito della CGIL scuola (www.cgilscuola.it), una cui delegazione partecipa al Congresso (22-26 luglio 2004).

La parola d’ordine è “più educazione pubblica di qualità per tutti“, e quindi maggiori investimenti nella formazione di docenti, e politiche salariali più incentivanti: senza insegnanti di qualità non si può avere una scuola di qualità. Il Congresso dell’Internazionale dell’Educazione, per voce del suo segretario uscente, Fred van Leeuwen, critica però ogni concessione alle logiche di mercato soprattutto nell’istruzione superiore (vengono citati in negativo i casi del Senegal e della Giamaica), e gli accordi raggiunti in tal senso in sede GATS (General Agreement on Trade in Services).

Contro queste tendenze i sindacati aderenti all’I.E. si impegnano a promuovere vasti movimenti d’opinione, che premano sui governi nazionali in direzione del rafforzamento dei servizi pubblici. Un po’ contraddittoriamente, ma forse per consentire la più ampia aggregazione di forze possibile, il Congresso sembra orientato a rimarcare il carattere pluralista dell’I.E., alla quale le singole organizzazioni nazionali possono aderire nella piena salvaguardia dei propri “valori, principi e autonomia“.