Immissioni in ruolo: come spartire il magro bottino/2

Diventa sempre più esile la certezza, contrariamente a quanto afferma il ministro Moratti, di concludere la rideterminazione dei punteggi sulla base degli emendamenti approvati in commissione cultura al Senato (se confermati in Aula), entro la metà di giugno. Le modifiche introdotte (Valutazione del servizio prestato presso gli istituti di pena, in zone di montagna, valutazione di titoli di studio che possono essere conseguiti dopo la scadenza del termine nella sessione estiva, etc) e le nuove inclusioni potrebbero comportare la riapertura dei termini per la presentazione della domanda di aggiornamento già fissata al 21 maggio, rendendo difficile il completamento delle graduatorie in tempo utile per far “scattare le previste 15 mila nuove assunzioni in tempo per garantire un sereno avvio delle lezioni”, come ha affermato il ministro.
Al nuovo incontro previsto per i prossimi giorni il Miur, su richiesta sindacale, dovrebbe fornire dati più definiti sul numero effettivo dei posti vacanti, sul turn over dell’ultimo triennio e sulle classi di concorso in esubero.
Comprensibile la delusione dei sindacati che si trovano a dover concorrere alla spartizione del magro bottino, pur avendo da tempo invocato un piano pluriennale di immissioni in ruolo per contenere l’esercito dei precari che per effetto dei tagli annuali degli organici si ingrossa sempre di più.