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Ileana Argentin: ora tocca anche alle Asl

Si è svolto, presso la Sala Rosi del Dipartimento V Politiche Sociali, un incontro dal titolo “Durante voi, vado a Vivere da solo”, percorso di autonomia per ragazzi con problemi cognitivi lievi e gravi.

All’ incontro organizzato dall’On. Ilena Argentin consigliere delegato per le politiche dell’handicap e Salute Mentale del Comune di Roma erano presenti Ilaria Ceccarelli, delegato alle politiche sociali del XIX Municipio, Alberto Zuliani presidente della Fondazione Dopo di Noi, Fausto Giancaterina dirigente U.O.HDm del Comune di Roma.

All’incontro hanno partecipato numerose realtà del settore tra cooperative e associazioni operanti nella disabilità e nella salute mentale. Il progetto nato da un’idea di Ileana Argentin e Ilaria Ceccarelli evidenzia la sensibilità acquisita in questi ultimi anni dal Comune di Roma rispetto alle problematiche concernenti i cosiddetti “Durante e dopo di Noi” in riferimento alla disabilità, sia fisica che intellettiva.

L’obiettivo del progetto è quello di evitare di affrontare il “Dopo di noi” in situazioni di emergenza e di porre le persone con disabilità nelle condizioni di poter affrontare, qualora lo scelgano, un percorso di autonomia e per far sì che questo avvenga quando lo ritengano opportuno. Questo è la finalità politica emersa dall’ incontro in occasione della presentazione del progetto “Durante voi, vado a vivere da solo”. Il progetto parte dall’idea di come si sia reso necessario rivedere i principi su cui si fonda l’esperienza del Dopo di noi, nonostante gli ottimi risultati ottenuti nella Capitale in termini di quantità e qualità. Il “Durante noi” riconosce alla persona con disabilità, non la sua debolezza, ma la sua capacità di vivere con gli altri.

L’idea del “Durante voi, vado a Vivere da solo”, ruota intorno al presupposto che la persona con disabilità nel suo percorso verso l’autonomia e l’autodeterminazione non deve essere lasciata sola, ma accompagnata attraverso gruppi famigliari, anche informali. Le case fatte fino ad ora sono composte da persone che non si conoscono e non si sono mai conosciute prima.

Si dovrà quindi partire prima dal territorio, creando gruppi informali di “famiglie” e associazioni che nel tempo consolideranno un rapporto, e a quel punto partiranno percorsi di autonomia all’interno dei quali i ragazzi disabili in prima persona decideranno se andare a vivere da soli e quando farlo. “Il progetto, ambizioso in ogni sua parte” – sottolinea Ileana Argentin – “deve necessariamente prevedere la partecipazione anche dell’Asl di riferimento per una presa in carico socio-sanitaria dell’utente, dall’inizio alla fine della vita, prescindendo dalla famiglia”

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