Il voto in condotta che fa discutere

In tempi di allagamenti di scuole, di atti di teppismo, di inosservanza delle regole e delle leggi anche dentro agli istituti scolastici, di dibattiti sulla opportunità del rigore o delle azioni di prevenzione e di comprensione, stride la piccola polemica, sollevata anche da interrogazioni parlamentari da parte di taluni rappresentanti dell’opposizione, sul cosiddetto ripristino del voto di condotta.
Sotto accusa, secondo le polemiche di queste settimane, è la circolare sulla valutazione degli alunni che ha espressamente previsto, tra gli oggetti della valutazione, anche il comportamento degli alunni.
A dire il vero la circolare “incriminata” non ha introdotto alcunché di nuovo su questa materia, ma si è limitata a ricordare che proprio la legge delega n. 53/2003 ha previsto la valutazione del comportamento e che anche il decreto legislativo 59/2004 di attuazione della riforma ne ha confermato chiaramente il vincolo di attuazione sia per i docenti di scuola primaria sia per quelli di secondaria di I grado.
Se una richiesta può essere fatta al Miur, potrebbe essere quella di approfondire e chiarire gli effetti del comportamento valutato e i contenuti della sua valutazione.
Per il momento il Miur si è limitato a suggerire alcuni indicatori che potrebbero essere utilizzati nella valutazione del comportamento (Grado di interesse e modalità di partecipazione alla comunità educativa della classe e della scuola. Impegno. Relazione con gli altri), ma probabilmente si può fare di più, anche con il suggerimento delle scuole.