Il vento federalista investe la Francia

Il numero di novembre di “Le Monde de l’Education” dedica ampio spazio ad un tema, quello del decentramento in campo educativo, che in Italia ha avuto e continua ad avere sviluppi importanti anche dal punto di vista costituzionale (dall’autonomia delle scuole alle nuove competenze delle Regioni), ma che nella patria del modello amministrativo centralizzato sta suscitando dibattiti accesi e controversie che attraversano entrambi gli schieramenti politici.
Il governo di centro-destra uscito dalle recenti elezioni ha tuttavia deciso di premere l’acceleratore verso il superamento della storica organizzazione centralizzata della scuola francese: al centro resteranno soltanto la definizione dei contenuti, il rilascio dei diplomi e il reclutamento degli insegnanti, mentre “tutto il resto”, dice la rivista, “sarà rinviato alla grande lotteria della sperimentazione”.
L’editoriale dell’autorevole mensile francese esprime il timore che in tal modo la Francia si possa avviare verso la sostanziale regionalizzazione dei sistemi educativi, che condurrebbe ad una scuola diversificata, “a più velocità”, incapace di garantire il rispetto del principio di eguaglianza. E ciò proprio mentre la Germania federale, con la quali per altri versi la Francia di Chirac e Raffarin ha ristabilito solidi rapporti economici e politici, sta prendendo in considerazione l’ipotesi opposta, quella di ricentralizzare il proprio decentrato sistema educativo, al quale si fa risalire la responsabilità dei mediocri risultati ottenuti dagli allievi tedeschi nelle indagini comparative sui livelli di apprendimento promosse dall’OCSE.