Il valore dell’intergenerazionalità: un successo educativo attraverso il progetto di Service Learning ‘Un nonno in classe’

La seconda edizione del Progetto ” Un nonno in classe” presso l’Istituto Tecnico Tecnologico  “Ettore Majorana” di Milazzo  si è conclusa con successo,  confermandosi come un’esperienza educativa di grande valore sociale e culturale. L’evento, celebrato in occasione della giornata del 2 ottobre, dedicata ai nonni, istituita nel 2005 dal Parlamento Italiano, ha confermato il ruolo cruciale che gli anziani, e in particolare i nonni, possono svolgere all’interno del processo educativo delle nuove generazioni.

Il progetto si colloca nell’ambito dell’approccio pedagogico del Service Learning, che punta a coniugare apprendimento scolastico e impegno civico. Questo metodo educativo si fonda su una profonda integrazione tra scuola e comunità, offrendo agli studenti non solo l’opportunità di accrescere il proprio bagaglio di conoscenze, ma anche di sviluppare un forte senso di appartenenza e responsabilità sociale. Il progetto, arricchisce il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) dell’Istituto, in quanto pochissime scuole del secondo ciclo in Italia celebrano la Festa dei Nonni, rimanendo quest’ultima confinata nelle scuole del primo ciclo e in particolare nella scuola dell’infanzia e rappresenta un esempio tangibile di come l’educazione possa essere un processo inclusivo e volto al miglioramento continuo del contesto sociale.

L’importanza della figura del nonno nella società odierna

Il nonno, figura di saggezza e memoria storica, assume un ruolo fondamentale nel tessuto sociale ed educativo. La loro esperienza di vita diventa un ponte tra passato e futuro, un legame che rafforza il senso di continuità e di appartenenza alle proprie radici. La giornata dedicata ai nonni presso l’Istituto Majorana ha permesso di evidenziare quanto sia prezioso il contributo che queste figure possono offrire alle giovani generazioni. La presenza di personalità di spicco del mondo scientifico, culturale e professionale, quali Gustavo Ricevuto, ex Provveditore agli Studi di Messina, Giuseppe Gembillo, ex docente universitario di Filosofia e presidente del Centro Studi Internazionale “Edgar Morin” e tantissime altre autorevoli personalità del territorio in cui è ubicata la scuola, ha reso l’evento un’occasione unica per gli studenti di dialogare con esempi concreti di vita vissuta e impegno civico.

La narrazione delle esperienze di vita, degli studi e delle scelte professionali dei nonni ospiti ha offerto agli studenti molto più di una semplice lezione di storia. È stata un’occasione di profonda riflessione e apprendimento, un momento in cui i giovani partecipanti hanno potuto confrontarsi con mondi e realtà spesso distanti dal loro vissuto quotidiano. Attraverso il dialogo intergenerazionale, gli studenti non solo hanno potuto porre domande e soddisfare la loro naturale curiosità, ma hanno anche avuto l’opportunità di esplorare nuove prospettive professionali e di vita, difficilmente accessibili senza questo tipo di incontri.

L’aspetto cruciale di queste testimonianze risiede nella loro capacità di avvicinare i giovani a questioni etiche, sociali e culturali che permeano la nostra contemporaneità. In un mondo in continua evoluzione, la saggezza e l’esperienza degli anziani si rivelano strumenti preziosi per affrontare le sfide del futuro. Non si tratta, infatti, solo di ascoltare storie del passato, ma di costruire un ponte tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere. Questo dialogo tra le generazioni permette di esplorare questioni di grande attualità come il cambiamento sociale, l’etica nel lavoro e la responsabilità civica, fornendo agli studenti esempi concreti di come questi valori possano essere applicati nella loro vita futura.

Inoltre, questo processo diventa anche un efficace strumento di orientamento. Le esperienze dei nonni, raccontate con sincerità e umiltà, permettono di ricostruire un percorso a ritroso che, nella mente degli studenti, si proietta verso il futuro. Ascoltare le difficili scelte professionali, i successi e le sfide affrontate dai nonni aiuta i giovani a riflettere sul proprio percorso di vita e a considerare quali strade potrebbero intraprendere. L’incontro con queste figure di riferimento diventa così un momento di ispirazione, in cui lo studente può immaginare il proprio cammino professionale, acquisendo maggiore consapevolezza delle sue potenzialità e aspirazioni.

L’effetto di questo scambio intergenerazionale è duplice: da un lato, gli studenti acquisiscono una visione più chiara del mondo del lavoro e delle opportunità che li attendono; dall’altro, vengono stimolati a interrogarsi su quale ruolo vogliono ricoprire nella società. Le storie dei nonni, intrise di sacrifici, dedizione e valori profondi, fungono da guida, offrendo un modello concreto di vita che aiuta i giovani a orientarsi tra le molteplici scelte che il futuro riserva loro. In questo senso, il dialogo con i nonni non è solo un’opportunità di apprendimento teorico, ma un momento di crescita personale, in cui lo studente impara a guardare al proprio futuro con maggiore consapevolezza e fiducia nelle proprie capacità.

In definitiva, questo scambio intergenerazionale rappresenta non solo un momento di apprendimento reciproco, ma anche uno strumento potente per rafforzare l’autostima e la motivazione degli studenti, accompagnandoli nel difficile compito di immaginare e costruire il proprio futuro.

Il Service Learning come strumento di crescita educativa

L’approccio del Service Learning adottato dall’Istituto Majorana, all’interno della più ampia cornice delle idee promosse dal Movimento delle Avanguardie Educative di INDIRE, mira a trasformare l’educazione in un’esperienza dinamica, coinvolgente e partecipativa. Gli studenti, in questo contesto, non sono più semplicemente destinatari passivi di informazioni preconfezionate, ma diventano i veri protagonisti del proprio percorso di apprendimento. Questa metodologia educativa si basa sul principio che la conoscenza non si acquisisce solo attraverso lo studio teorico, ma anche tramite l’esperienza concreta e l’impegno diretto all’interno della comunità.

Il Service Learning, infatti, incoraggia gli studenti a interagire con il mondo che li circonda, mettendo in pratica le competenze acquisite a scuola in progetti che abbiano un impatto reale e positivo sul territorio. Questo non solo li rende consapevoli del loro potenziale ruolo di cittadini attivi, ma li spinge anche a riflettere sul valore dell’impegno sociale e della responsabilità collettiva. In questo senso, l’incontro con figure della terza età, che hanno contribuito significativamente al loro territorio, diventa un’occasione straordinaria per apprendere dall’esperienza diretta di chi ha vissuto e plasmato la storia della comunità.

Gli anziani coinvolti nel progetto “Un nonno in classe” rappresentano veri e propri “custodi della memoria”, portatori di un patrimonio di saggezza che, senza queste iniziative, rischierebbe di andare perduto. Il loro contributo non si limita al racconto di esperienze passate, ma si estende all’insegnamento di valori fondamentali come l’onestà, la perseveranza, il rispetto e la solidarietà. Gli studenti, attraverso questo scambio, non apprendono solo dai discorsi o dalle storie narrate, ma soprattutto dall’esempio vivo di persone che hanno vissuto la loro vita con dedizione, affrontando difficoltà e facendo scelte basate su principi etici.

Questa rete di connessione intergenerazionale, che il Service Learning contribuisce a creare, offre ai giovani una prospettiva più ampia su ciò che significa essere parte di una comunità. Non è solo un processo di trasmissione del sapere, ma una forma di apprendimento reciproco, in cui anche gli anziani traggono beneficio dal confronto con le nuove generazioni, mantenendosi attivi e coinvolti in una società in costante evoluzione. Gli studenti, dal canto loro, sviluppano una coscienza civica ed etica che li aiuta a comprendere il loro ruolo nella società e l’importanza di contribuire attivamente al bene comune.

Attraverso il Service Learning, i giovani non solo acquisiscono competenze accademiche e professionali, ma crescono anche come individui consapevoli delle proprie responsabilità nei confronti della società. Questo approccio li spinge a interrogarsi su questioni fondamentali come la giustizia sociale, la sostenibilità e la solidarietà intergenerazionale, stimolandoli a immaginare un futuro in cui possano essere attori di cambiamento positivo. In questo senso, il Service Learning diventa un potente strumento di empowerment giovanile, in grado di formare cittadini attivi e consapevoli, pronti a contribuire al progresso sociale e culturale della propria comunità.

Un futuro costruito insieme

Il progetto “Un nonno in classe”, sviluppato nell’ambito del Service Learning presso l’Istituto Majorana, rappresenta un esempio di come l’interazione intergenerazionale possa essere integrata con successo nel percorso educativo. Questo approccio, adottato a livello globale, mira a combinare l’apprendimento scolastico con il servizio alla comunità, consentendo agli studenti di sviluppare competenze fondamentali come la leadership, il problem-solving e il pensiero critico. Iniziative come questa non si limitano a trasmettere conoscenze accademiche, ma incoraggiano anche la crescita etica e civica degli studenti, che imparano da figure anziane che hanno vissuto eventi storici e sociali rilevanti. In questo senso, “Un nonno in classe” si allinea ai programmi internazionali che promuovono l’inclusione sociale e il dialogo intergenerazionale, come quelli in Canada, Stati Uniti e Australia, dove il Service Learning è stato utilizzato per affrontare sfide come l’invecchiamento della popolazione e l’isolamento sociale​.

Una vista sul mondo

A livello globale, progetti intergenerazionali di Service Learning sono ormai consolidati e rivestono un ruolo essenziale nell’integrazione comunitaria. Il programma Intergenerational Connections, ad esempio, coinvolge studenti universitari degli Stati Uniti che lavorano con anziani a rischio, affrontando questioni come la gestione dei farmaci e la riduzione del rischio di cadute. Questi progetti non solo sviluppano competenze tecniche negli studenti, ma li spingono anche a comprendere e risolvere problemi complessi attraverso l’empatia e la comunicazione. Un altro progetto innovativo è quello della Hudson Lab School, dove gli studenti usano il design thinking per migliorare la qualità della vita degli anziani, progettando spazi accessibili e stimolanti. Analogamente, il progetto Bridges Across Generations alla St. John Fisher College promuove la collaborazione tra giovani e anziani per sviluppare piani di longevità, migliorando la salute e il benessere degli anziani, mentre i giovani acquisiscono una profonda consapevolezza delle esigenze della società​.

Conclusione

In un mondo sempre più frammentato, il progetto “Un nonno in classe” dell’Istituto Ettore Majorana di Milazzo, costruisce ponti tra passato e futuro, tessendo fili invisibili che legano esperienze lontane ma complementari. Gli studenti, attraverso gli occhi di chi ha vissuto altre epoche, scoprono che il sapere non è solo nelle pagine dei libri, ma nelle vite vissute, nei sorrisi condivisi e nelle storie sussurrate. E così, come una quercia che affonda le sue radici in profondità per crescere verso il cielo, i giovani traggono nutrimento dalla saggezza degli anziani, imparando che il vero progresso non è solo tecnologico, ma umano, fatto di rispetto, dialogo e cura reciproca. Un futuro costruito insieme, mattone dopo mattone, generazione dopo generazione.

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