
Il rinvio del secondo ciclo/1. La storia infinita
Una leggenda diffusa tra i politici della prima Repubblica attribuiva poteri nefasti, perfino iettatori, alla riforma della scuola secondaria superiore: tutte le volte che la riforma sembrava sul punto di andare in porto, la legislatura si concludeva in modo più o meno traumatico. Così era accaduto per i testi approvati da uno dei due rami del Parlamento nel 1978, nel 1982, nel 1985 e nel 1993.
Ma non è che con l’avvento della cosiddetta seconda Repubblica, scaturita nel 1994 dalla riforma del sistema elettorale in senso maggioritario e bipolare, le cose siano andate diversamente: le riforme globali targate Berlinguer e Moratti sono state o annullate (Berlinguer) o profondamente modificate (Moratti) dai governi successivi, dopo essere state oggetto di faticose trattative e mediazioni all’interno delle stesse maggioranze pro tempore.
Il rinvio all’a.s. 2010-2011 della data d’inizio della riforma dei licei e degli istituti tecnici sembra pericolosamente inscriversi in questa storia di tentativi falliti di modificare la struttura dell’istruzione secondaria superiore del nostro Paese. Del resto i tempi tecnici per avviare la macchina del cambiamento si erano fatti ormai troppo stretti, appariva necessario informare le famiglie in modo non improvvisato, e serviva tempo per la formazione dei docenti e per i nuovi libri di testo. Tutto vero, tutto ragionevole. Ma non si vorrebbe che anche questa vicenda finisse per ridare forza alla leggenda del potere malefico della riforma…
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