Il reclutamento a un bivio

La strada maestra per il reclutamento è il concorso. Ne siamo convinti da sempre, non solo perché lo afferma la Costituzione, ma anche perché un concorso per esami, anche se non perfetto, stimola la preparazione dei candidati e prevalentemente favorisce l’individuazione dei meritevoli. Senza rinunciare a questa considerazione di principio, la situazione che si prospetta per il prossimo anno scolastico richiede tuttavia realismo e ricerca di soluzioni dignitose che possano evitare di investire di pesante precarietà un anno che si annuncia difficile per una ripresa che richiederà anche al sistema scolastico uno sforzo organizzativo e di servizio efficiente e sicuro.

In questo anno scolastico che sta andando faticosamente verso la conclusione i docenti con contratto a tempo determinato hanno raggiunto le 180 mila unità, a causa soprattutto delle migliaia di posti in deroga per il sostegno e dei numerosi spezzoni di cattedra nella secondaria. Ma ci sono state anche decine di migliaia di supplenze annue su posti vacanti in organico di diritto per i quali sussiste tutta la potenzialità del reclutamento in ruolo tramite concorso e GAE.

Per il prossimo anno, in assenza di nuovi concorsi, i precari potrebbero raggiungere e superare le 200 mila unità.

Il concorso scuola servirebbe a coprire subito migliaia di quei posti vacanti, ma continuare a insistere sul concorso per esami, compreso quello straordinario per la secondaria, porta inesorabilmente la scuola statale a rinviare di un anno l’avvio della stabilizzazione, confermando il ricorso ad un esercito di precari sempre più folto.

Nessun concorso scuola per esami (nemmeno quello straordinario) potrà raggiungere il traguardo di settembre od ottobre di quest’anno, a causa delle regole, delle procedure, dei tempi e dei vincoli imposti dalle ristrettezze sanitarie che necessariamente verranno imposte nella non breve Fase2 della ripresa.

Si abbia il coraggio di una scelta razionale: i concorsi scuola per esami dovranno piuttosto riguardare i prossimi anni scolastici (impegnando i posti previsti vacanti per quegli anni) e potranno svolgersi tra il 2020 e il 2021.

Per il settembre prossimo, invece, si metta mano a un concorso per soli titoli per tutti gli ordini di scuola, richiedendo l’anzianità minima di servizio di tre anni e prevedendo, per chi non possiede l’abilitazione, l’acquisizione dei 24 CFU nelle “discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche”, nel corso dell’anno di prova.

Prima ancora si potrebbe mettere mano a tutte le graduatorie di merito dei concorsi per esami degli ultimi anni.