Il nuovo anno scolastico parte dal carcere minorile di Nisida

Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini ha scelto il carcere minorile di Nisida, a Napoli, avviare ufficialmente il nuovo anno scolastico.

In questa occasione, il titolare di viale Trastevere ha annunciato lo stanziamento di un milione e mezzo di euro per la scuola in carcere, e in particolare per alimentare il nuovo programma di sperimentazioni “Le ali al futuro” che punta a potenziare l’offerta formativa per gli studenti presenti negli istituti penitenziari.

Questa – ha detto il ministro – è stata per me una visita istruttiva che rientra in un progetto che il governo ha per rilanciare il Mezzogiorno. Assieme al collega Alfano abbiamo deciso di creare un gruppo interministeriale per fare in modo che in ogni carcere minorile ci sia l’accesso all’istruzione perché solo così la pena potrà avere una funzione rieducativa“.

L’obiettivo è quello di consentire anche il raggiungimento di un diploma di scuola superiore ai ragazzi che sono reclusi negli istituti penitenziari. Il programma ‘Le ali al futuro’, che prevede anche progetti di formazione per il personale educativo delle carceri,contiene percorsi di inclusione sociale, dando ampio spazio all’arte, alla creatività e ai laboratori professionali. Ma non solo. Vuole anche promuovere specifici progetti di microcredito in stretta collaborazione con gli enti locali per favorire l’inserimento dei giovani nel mondo lavorativo. Nel mondo lavorativo, e dunque anche nella società.

E proprio per questo, ha spiegato il ministro Gelmini nella conferenza stampa tenuta all’interno del carcere di Nisida “è necessario ripartire dalle regole base della convivenza, dai principi fondamentali della Carta costituzionale”. “Come più volte ha spronato a fare il presidente Napolitano – ha aggiunto Mariastella Gelmini – i ragazzi devono crescere conoscendo i valori fondamentali della Costituzione“.

Le cronache riportano che fuori dal carcere si è consumata rabbiosa la protesta dei genitori e precari napoletani in attesa del ministro Mariastella Gelmini, con la costruzione di una vera e propria barricata per impedire l’accesso al ministro. Il titolare di viale Trastevere è però entrato nel carcere via mare, e ha reagito alle accuse puntando il dito su “chi piega la scuola ad interessi di parte“, e su quei professori politicizzati che rinfacciano unicamente al governo in carica la responsabilità’ del precariato “che ha origini lontane, di passati governi“.