Il MIUR al lavoro/1: quel confine sottile tra guerra e pace

Rispetto all’agire istituzionale siamo stati troppo spesso abituati alle dichiarazioni solenni, quasi mai onorate dall’operare concreto. Ora però, finalmente, dovremo ‘abituarci’, al di là di ogni sterile e pretestuosa polemica, all’impegno che chiama alla partecipazione e al positivo contributo da parte di tutti. Al sistema educativo serve un quadro di riferimento certo per ritrovare un equilibrio che oggi non c’è.  Mentre è da archiviare, perché ha già prodotto molti guasti, lo scontro con le parti sociali proprio quando il piano della “Buona Scuola” sembra procedere sicuro.

Miur e organizzazioni sociali hanno un compito strategico e di svolta: cercare una cornice di riferimento la più ampia possibile, uscendo dal muro contro muro. Il MIUR deve tentare di ricostruire sul cambiamento un vero dialogo con le parti in causa: sindacati, associazioni ed esperti, quindi anche la società civile. Non è forse espressione di civiltà la capacità di confrontarsi? Non è dunque il Ministero, vertice del sistema educativo d’istruzione e formazione nazionale, che nel confronto si qualifica e svolge, al tempo stesso, un’azione educativa nei confronti della nostra società? Ma per farlo servirà anche un sindacato che sappia guardare oltre il proprio ombelico.

Certo è necessario, da ogni lato del tavolo, abbandonare le pregiudiziali, il pro domo sua, per assumere invece la prospettiva dell’interesse generale all’interno del quale l’interesse individuale assume un più ampio e lungo respiro… quello che accomuna tutti e restituisce speranza nel futuro anche, ma non solo, per le nuove generazioni.

Il ruolo di arbitro imparziale, che spetta all’istituzione, è stato per lungo tempo svilito e oggi deve fare i conti anche con risorse limitate: questa è oggi la sfida che richiede più coraggio, oltre alla coerenza e alla capacità di ascolto con animo super partes.

Bisogna dare atto che la macchina ministeriale si è messa in moto su due presupposti strategici ben definiti: riallacciare i rapporti che l’iter legislativo e tutte le vicende connesse avevano logorato offrendo il fianco a polemiche, quindi aprire la strada delle deleghe all’ascolto e al confronto. Sembra chiaro a viale Trastevere che si debba riqualificare l’azione di governance del sistema educativo attraverso una verifica analitica di quanto operato nel passato per recuperare efficienza ed efficacia: colmare i gap territoriali, maggiore attenzione attraverso un più puntuale monitoraggio e analisi dei dati che consentono di rilevare la realtà, operare i controlli ed intervenire adeguatamente a correggere e migliorare. Ciò vale per l’edilizia scolastica, per i risultati d’apprendimento, per dispersione e abbandono scolastico, per la valutazione, per la realtà delle paritarie, come per la legalità e per la digitalizzazione generalizzata delle scuole, in tutto il territorio.