Il dirigente scolastico davanti al moloch del Codacons

Centinaia di dirigenti scolastici hanno ricevuto in questi giorni citazioni in giudizio davanti al giudice del lavoro, in quanto firmatari di contratti di lavoro a tempo determinato sottoscritti negli anni scorsi. Altre centinaia (o migliaia) di loro colleghi riceveranno la stessa citazione nei prossimi giorni. La citazione è conseguente al fatto che l’Avvocatura dello Stato ha deciso di non assumere la trattazione della causa, nonostante la rilevanza complessiva del contenzioso promosso con una class action dal Codacons, che dispone di strutture organizzate, competenti ed esperte in questo tipo di contenziosi.

Davanti al giudice del lavoro i dirigenti scolastici non potranno disporre di un difensore. Saranno da soli anche nel preparare l’eventuale documentazione difensiva.

A dir il vero una legge di questa estate (la n. 106/2011) ha escluso che in Italia possa essere applicata per il personale scolastico una direttiva europea che dispone la trasformazione dei rapporti di lavoro continuativi in contratti a tempo indeterminato. Forse per questo l’Avvocatura dello Stato non ha voluto assumere la causa.

I giudici del lavoro potrebbero, quindi, archiviare la causa vanificando la class action del Codacons. Ma, mentre il ricorso del Codacons, sviluppato in una quarantina di pagine e argomentato con approfondite considerazioni di merito e di legittimità, potrebbe convincere il giudice a non considerare applicabile quella legge, l’eventuale memoria difensiva dei dirigenti scolastici potrebbe a malapena scalfire il peso del ricorso.  

In tutta questa vicenda i direttori generali regionali e i dirigenti scolastici, lasciati soli a cavarsela senza una specifica competenza professionale, anche metodologica, adeguata all’occorrenza, verranno distolti dai loro compiti istituzionali che, di questi tempi, non sono certamente leggeri.