Il congedo per il gatto

Una maestra chiede il permesso di assentarsi dalla scuola per portare il gatto ammalato dal veterinario, ma il dirigente scolastico dice di no.

Lo riferisce “Il fatto quotidiano” che riporta la notizia di una maestra milanese che si è vista negare un permesso retribuito per portare il suo micio dal veterinario.

A difesa dell’insegnante è intervenuto un sindacalista della CGIL scuola che ha censurato  per questioni di merito e di legittimità la presa di posizione del capo di istituto.

Nel merito il sindacalista ha sostenuto che la richiesta dell’insegnante rientra nei casi di tutela della salute degli animali e che pertanto il dirigente ha negato “il diritto-dovere di soccorrere e aiutare il proprio gatto, bisognoso di urgenti cure”.

Sotto l’aspetto della legittimità, il rappresentante sindacale ha ricordato che “il contratto nazionale del lavoro all’art.15 prevede al comma 2, il diritto per il dipendente a 3 giorni di permessi retribuiti per motivi personali, documentati anche mediante autocertificazione”. Quindi il dirigente scolastico avrebbe dovuto accertare l’esistenza della documentazione, senza valutarne i contenuti.

Visto che tra qualche mese la materia dei congedi del personale pubblico non sarà più definita per contratto ma per legge, secondo quanto disposto dalla legge 183/2010, sarà ancora possibile chiedere il permesso dal lavoro per occuparsi del gatto, del cane o del criceto di casa?