Il comunitarismo nelle scuole, un fenomeno francese

Il mensile “Le Monde de l’Education” del mese di maggio ospita un ampio dossier dedicato al tema del “comunitarismo” nelle scuole, cioè della tendenza dei giovani a raggrupparsi e identificarsi su basi non più politiche o ideologiche, come è accaduto più volte in passato, bensì etniche e religiose. Questa tendenza, emergente tra i giovani musulmani nordafricani, che in Francia sono assai numerosi, investe anche altri gruppi di immigrati (asiatici, africani di altre regioni), e spinge gli ebrei ad assumere atteggiamenti più chiusi e diffidenti.

Il governo ha invitato gli insegnanti a scoraggiare tali fenomeni, e a far valere lo “spirito della scuola repubblicana”, laico e pluralista. Il ministro Luc Ferry, temendo l’insorgere di tendenze antisionistiche, legate anche alla conflittualità nel medio Oriente, ha duramente polemizzato con i docenti di sinistra schieratisi contro “gli americani e gli ebrei”, e li ha accusati di flirtare con le “derive comunitaristiche” degli studenti di fede musulmana. La linea contraria alla guerra in Irak tenuta dal governo Chirac ha ridotto provvisoriamente le tensioni, ma la situazione resta, a giudizio della autorevole rivista francese, assai grave, perché la dimensione etnico-religiosa rischia di connettersi con quella sociale, determinando una miscela esplosiva.

Gli studenti più a rischio di selezione e di emarginazione sociale sono spesso gli stessi che frequentano le scuole più malandate, situate in zone e quartieri poveri, dove le ZEP (Zone di Educazione Prioritaria) anziché combattere la situazione di degrado scolastico si sono istituzionalizzate in una stanca routine. E si tratta spesso di studenti provenienti da famiglie di immigrati poco e male integrati, di fede musulmana. Lo spirito di appartenenza etnico-religiosa, anima del comunitarismo, rischia così di costituire il terreno ideale di coltura della rivolta sociale, o dell’autoghettizzazione di questi giovani. Ma è evidente che non potrà essere la scuola da sola, neppure la gloriosa école républicaine al meglio delle sue tradizioni laiche, pluraliste ed egualitarie, a rimuovere le ragioni di fondo, economiche, sociali e ambientali, che rendono la lusinga comunitaristica così attraente ai loro occhi.