Il 90% della gente ricorda con soddisfazione il periodo delle elementari

In occasione del 150° dell’unità, la Regione Emilia Romagna ha affidato alla Doxa una ricerca particolare sui “ricordi di scuola”, in vista del convegno ‘Storia e storie dell’analfabetismo’, organizzato dal Centro Alberto Manzi a Torino in questi giorni.

Oltre alle memorie della figura del maestro Manzi  che in Tv con la sua trasmissione Rai ‘Non e’ mai troppo tardi’, si stima che dal 1960 al 1968 abbia insegnato a leggere e scrivere ad almeno un milione di italiani, l’indagine ha registrato i ricordi della scuola elementare degli intervistati (il campione Doxa era costituito da 1.000 persone, 48% uomini e 52% donne; il 37% ‘over 54’, il 36% nella fascia 35-54 anni, il 27% in quella 15-34 anni).

Il 92% degli italiani ricorda con ‘grande soddisfazione’ il periodo delle elementari; il 36% ricorda ‘il maestro’ o, i più giovani, ‘gli insegnanti’, al plurale. Nel ricordo seguono i compagni di scuola, gli spazi fisici e il gioco, le feste, il clima di allegria. L’89% indica almeno un ricordo dell’insegnante, soprattutto positivo ma emerge anche qualche punta di severità.

Quasi tutti (80%) pensano che l’insegnamento nella scuola elementare sia cambiato rispetto al passato: non sono più come prima il modo di insegnare (44%), la passione degli insegnanti (22%) e le materie di studio (17%).

Ampliando il concetto di ‘maestro’, il 40% ritiene oggi di averne uno, un punto di riferimento da cui imparare: di più (66%) tra i più giovani (15-24 anni), ma anche gli ‘over 70’ affermano di averne (29%). I genitori sono ‘maestri’ per il 20% degli italiani: la quota decresce con l’età, ma anche i più anziani li ricordano come ‘maestri di vita’ (8%), figura assunta anche dagli insegnanti (7%, ma il 12% tra i più giovani), i coniugi o fidanzati (6%), i libri (6%) e anche i figli (4%).