I.T.S.C.G. Caffè di Roma: "Ecco la nostra Africa"

Significativa l’esperienza racconata dai ragazzi dell’Istituo Federico Caffè di Roma, di ritorno dalla’Africa. Scrivono infatti” Siamo tornati… Siamo di nuovo immersi nella vita di sempre, che quando stavamo là ci sembrava impossibile pensare di riprendere come se nulla fosse: eppure non siamo già qua, impegolati nel traffico, non timbrando il biglietto dell’autobus, lavandoci le mani col rubinetto indifferentemente aperto, il cellulare col credito onnipresente da 50 euro? Eppure quando stavamo là si parlava quasi di cambiare il mondo, chi fumava una sigaretta, ascoltando le parole del sindaco che ci facevano sentire così Santi…

Forse qualcuno cui ancora viene da piangere, quando sta sull’autobus e guarda fuori del finestrino non vedendo più la nuda terra e bambini che ci correvano incontro ridendo e salutando, c’è: qualcuno cui viene da ridere quando pensa alle risate delle persone di là quando ci sentivano cantare “WasaWasa”; qualcuno che ricorda gli strumenti fatti a mano dai “cantanti” del posto, la batteria, la chitarra, i tamburelli africani che sanno suonare da lasciarci senza parole; i balli fatti per noi, rap cantato senza musica, ritmo inventato da loro eppure senza sgarrare un passo… Possiamo parlare, raccontare, ammorbare con tutto quello che abbiamo visto in 5 giorni africani, ma se certe cose non si vivono non si possono capire… Le foto che vediamo sui libri, sul giornale, sulle riviste… Si, sono loro i bambini felici che ci correvano incontro, sì, sono esattamente loro: ma cosa possiamo dire per trasmettere la gioia, la tristezza, la voglia di piangere, il sorriso stampato sul viso, che ci provocava quella scena?! Non possiamo dire niente, perché finché non avrete l’Africa sotto i piedi, finché non vedrete i ragazzi della vostra età darvi la mano, finché non avrete in braccio un bellissimo bambino nero (e vi assicuriamo che erano bellissimi) che magari non ha mai visto un viso bianco, finché non li vedrete ridere solo se insegnate loro un gioco stupido, finché non vivremo “con loro”… Solo allora potremo dire di vivere l’Africa…

Firmato: Alessio del 4° D IGEA, Alfredo del 1° A SERALE, Flavia del 4° D IGEA, Marta del 4° D IGEA e Maurizio del 3° C IGEA – I.T.S.C.G. “FEDERICO CAFFE'” di ROMA –