I sindacati, una casta? La risposta

La recente campagna elettorale, tra critiche e accuse, non ha risparmiato il sindacato, che è stato accusato di essere la forza di maggior conservazione del mondo scolastico italiano o di essersi costituito in una vera e propria casta di privilegiati e impuniti.

A luci elettorali spente, non poteva mancare una chiara, dignitosa e forte precisazione del mondo sindacale. E’ avvenuta per voce di Francesco Scrima, segretario generale della Cisl-scuola che, di fronte ad un attacco incrociato di accuse ritenute, oltre che ingenerose, qualunquiste, ha deciso che ignorarlo sarebbe grave, ed è doverosa, quindi “una reazione naturale di dignità, di difesa del nostro ruolo, e per salvaguardia doverosa dei nostri rappresentati, che ammontano a più di dieci milioni di persone vere, donne e uomini fra attivi e pensionati (almeno sui numeri non ci sono obiezioni)”.

Abbiamo il fondato timore – dice Scrima nel suo documento (www.cislscuola.it) – che si miri al sindacato per colpire i lavoratori, le loro tutele, la loro fiducia. In un’epoca in cui i cantori delle magnifiche e progressive sorti del mercato abbondano e i dogmi del pensiero unico globalista trionfano, il sindacato disturba, nuoce, è un’anomalia, culturale e fisica, da azzerare… e diviene il capro espiatorio ideale, contro cui lanciare la condanna di conservatorismo, di fuga nel passato, di chiusura corporativa, di rifiuto dell’innovazione“. “L’obiettivo reale – secondo il segretario della Cisl-scuola – sono i diritti individuali legati al lavoro e alla produzione, sono i contratti collettivi, è il potere d’interdizione delle RSU, è la concertazione.”

Scrima fa anche autocritica per l’organizzazione di servizi per gli iscritti, buona ma migliorabile. Il sindacato è “un presidio permanente a favore dei deboli e degli emarginati, dei nuovi poveri, occupati e non. Un motivo forte di speranza nella legalità e nella giustizia, un esempio raro di democrazia attiva e coesiva“.