I primi 100 giorni del ministro Fioroni/2. Però il cacciavite è laborioso…

Se i sindacati della scuola alzano un fuoco di sbarramento preventivo nei confronti delle ricorrenti voci di tagli alla spesa per l’istruzione (ma ce l’hanno più con Padoa Schioppa che con Fioroni), il loro giudizio sulla linea di politica scolastica sviluppata dal ministro dell’istruzione è invece sostanzialmente positivo.
Il cacciavite per smontare la riforma Moratti, pezzo per pezzo, è stato usato abbondantemente (“si sta rimuovendo ciò che non è applicato o applicabile“, ha detto Fioroni a “Tuttoscuola”), tanto che la grande stampa di questi giorni parla ormai di azzeramento o di “colpo di grazia” alla riforma. La stessa FLC-CGIL, il sindacato finora più perplesso e guardingo verso la tecnica del cacciavite, parla ora di “demorattizzazione in corso“, anche se poi accompagna questo giudizio con un elenco di precisazioni e “rilievi” in materia di obbligo (deve essere solo “scolastico“), indicazioni nazionali (da “cancellare immediatamente“), portfolio (la certificazione annuale deve essere fatta dalle scuole “su documenti identificati dal ministero e uguali per tutte le scuole del Paese“) e altre materie (www.flcgil.it).
Più benevolo appare il giudizio della CISL scuola, che “prende atto positivamente” degli “elementi di chiarificazione utili al superamento del diffuso e comprensibile stato di disorientamento prodotto dall’attuazione della riforma“, e rileva un “tratto di discontinuità rispetto al passato“. Discontinuità che, anche secondo gli altri sindacati, confederali e autonomi, si coglie soprattutto nella eliminazione del “tutor”, che “restituisce alle scuole e ai docenti la responsabilità dell’esercizio di tutte le funzioni previste dal Contratto di lavoro, in un contesto di contitolarità e collegialità, senza alcuna sovraordinazione gerarchica” (www.cislscuola.it).
Apertamente positivo appare infine il giudizio del CIDI, un’associazione professionale che in passato ha spesso condiviso le posizioni più critiche della CGIL, e che ora valuta con favore il fatto che “si torna finalmente a parlare di curricolo, collegialità, corresponsabilità (…) ridando senso e consistenza alla stessa autonomia culturale e professionale dei docenti” (www.cidi.it).