I più fragili tra i fragili: vacciniamo le persone con disabilità chi si prende cura di loro

Sono invisibili, ma esistono. Una volta erano chiusi in casa per la vergogna, ora, in un momento complesso e delicato come quello che stiamo vivendo, non sembrano ricevere le tutele, o almeno non tutte, degli altri.  

Stiamo parlando delle persone con disabilità e del diritto a ricevere il vaccino sia per chi ha una disabilità sia per i professionisti che dall’inizio della pandemia non hanno mai smesso di lavorare al loro fianco. Riguardo alle persone con disabilità, Carla Arceri, da oltre vent’anni operatrice sociale e cofondatrice del “Comitato strutture socio assistenziali” (per maggiori info vistate l’omonima pagine Facebook)  ci parla di “Fragilità nelle fragilità”, che ci sembra dare bene l’idea della delicatezza e dell’attenzione che dovrebbero ricevere le persone con disabilità. 

Attualmente, anche in questo ambito, sembra prevalere il caos. A Roma non tutte le persone con disabilità stanno ricevendo il vaccino. Chi ha la sindrome di Down sì, l’autismo in parte, delle altre disabilità non è dato sapere.  

Dal “Comitato strutture socio assistenziali” di  Roma è partita la prima e forse più massiccia campagna a sostegno del diritto alla vaccinazione per persone con disabilità e degli operatori che lavorano al loro fianco, attraverso la piattaforma “Change,org”. 

Poco dopo anche l’Umbria ha seguito l’esempio del comitato romano, nel quale leggiamo “le associazioni del territorio umbro che si occupano a vari livelli di disabilità, insieme ai genitori, conviventi e caregivers, informano e danno voce ad una categoria che non è stata presa n considerazione nella fase 1 del piano vaccinale sanitario nazionale.”  

Insomma, se c’è chi si lamenta del vaccino e addirittura sceglie di non farlo, i più fragili tra i fragili reclamano il diritto alla vita, anche attraverso una campagna vaccinale che prenda in considerazione i diritti delle persone con disabilità (tutte, non solo alcune!). 

A guardar bene la situazione abbiamo però degli invisibili ancora più trasparenti. Parlo di quei professionisti, (tra di essi citiamo gli educatori professionali e gli operatori socio sanitari) che lavorano insieme e per le persone con disabilità. Quando l’Italia si è fermato lo scorso marzo, loro hanno continuato a lavorare nelle case famiglie e nei centri di accoglienza, aumentando la complessità del loro lavoro. È incredibile che nessuno abbia pensato ad un piano vaccinale nazionale per chi è impegnato nella promozione del benessere delle persone con fragilità. Per tutelare il diritto alla vaccinazione di persone con disabilità e dei loro operatori ed operatrici, nel Lazio è sorto un comitato che ha indetto una manifestazione per il prossimo 25 marzo.  

Ci auguriamo che la manifestazione non si debba tenere e che, già nelle prossime ore, si ricevano conferme che a tutte le persone con disabilità e a tutti gli operatori sociali venga inoculato il vaccino.