I Pas sono un atto dovuto per chi ha svolto anni di supplenze

Nuovo scambio di opinioni nella disputa tra abilitati attraverso i Tfa e futuri Pas. In questo caso riportiamo le email di due lettrici, Annalisa Failla ed Elisa Cavaciocchi, che difendono le ragioni che hanno portato alla previsione di questi percorsi abilitanti speciali.

Invitiamo altri lettori interessati a intervenire sull’argomento, o a offrire nuovi spunti di dibattito, a scriverci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

Gentile Cristina Mussara, in replica alla risposta data alla professoressa Monica Guido,

vorrei solo sottolineare che l’esperienza delle supplenze è tirocinio. In quanto sapere che cosa sia un modulo nella teoria e cercare di creare un’attivita’ didattica modulare avendo l’esperienza, è davvero fondamentale. Lo dico per esperienza. Non ho l’abilitazione, ma questi termini li ho imparati sul campo con le mille supplenze che sto facendo anche con le messe a disposizioni in province diverse e per ore esigue di lavoro. Non voglio essere prolissa in tale sede..ma sostengo fermamente che l’esperienza in questo campo è fondamentale. Non  concordo con lei sul fatto che voglia: “E per i miei figli vorrei insegnanti selezionati non soltanto sulla base delle supplenze svolte.”  poiche’ tali insegnanti posseggono un titolo di studio e non sono a scuola per grazia ricevuta. Inoltre, non è detto che chi superi l’ammissione ad un corso abilitante sia lavorativamente qualificato. Ricordo ancora una delle domande del test di ammissione per la A446 : Chi è il regista di mar adentro?

Bene, se la qualifica ad un insegnante è data dal fatto che sappia il regista di tale film, o l’autore di un tale quadro… credo che siamo davvero alla frutta.

Inoltre, vorrei ricordare che le abilitazioni speciali insieme a quelle ordinarie son sempre esistite in Italia, sin dagli anni 70. I requisiti erano diversi 360 g per accedere all’abilitazione speciale. Conosco insegnanti che ne hanno usufruito e che non son meno di coloro che hanno seguito le abilitazioni ordinarie.

Cordiali saluti,

Annalisa Failla

Buonasera,

mi chiamo Elisa Cavaciocchi, docente di lingue precaria,con laurea, due master e certificazione di insegnamento italiano come L2, scrivo al vostro indirizzo in merito all’attivazione dei Percorsi Formativi Speciali

1. Credo di esprimere opinione comune chiedendo l’equità di trattamento con il TFA ordinario in rispetto di quanto comunicato dall’allora Ministro Profumo alla data di istituzione dei percorsi formativi ( presente tuttora nelle comunicazioni del MIUR; è inaccettabile essere oggi vittime da immolare per ritardi non voluti da noi, di errori sulla valutazione degli effettivi numeri degli aventi diritto e condannate ora ad un ‘abilitazione di serie B.

2. Le motivazioni della richiesta di abilitazione sono i nostri titoli ed i nostri servizi condotti per anni senza alcun riconoscimento.

3. L’attivazione dei PAS non è stata affatto scontata o regalata,mai percorso è stato tanto tortuoso e pieno d’insidie da ricordare un romanzo giallo; ritardi, firme che apparivano e sparivano. Ora questo risultato, che ricordo è legge, non può essere vanificato con proposte assurde di corsie preferenziali e quindi saremo pronti a lottare con tutti i mezzi a disposizione per difendere i nostri diritti. Non scordiamo che siamo docenti con minimo tre anni di servizio e questo in Europa significa assunzione.

4. Le risposte del mondo universitario e del MIUR riguardo i tempi di attivazione sono latenti per non dire assenti, un ente demanda all’altro come in un gioco di scatole cinesi, dimenticando che i corsi saranno analoghi a quelli seguiti da chi ha già frequentato e concluso i TFA ordinari.

La ringrazio per la cortese attenzione

Elisa Cavaciocchi, futura frequentante i PAS, in attesa di conoscere dove e quando.