I migliori insegnanti faranno gli ispettori

L’ultima novità dall’Inghilterra riguarda il reclutamento degli ispettori. Lo stesso ispettore capo dell’OFSTED, l’autorevole e temuto servizio ispettivo inglese, David Bell, ha sostenuto che per fare ispezioni efficaci occorrerebbe avvalersi assai di più di docenti e capi di istituto in servizio, anziché ampliare l’organico (come diremmo in Italia) degli ispettori che fanno questo mestiere a tempo pieno.
La locale associazione nazionale dei presidi ha apprezzato la proposta, ma ha espresso riserve sulla disponibilità di tempo da parte degli interessati, fin troppo occupati nella gestione delle loro scuole. Però non si è opposta in linea di principio, e la stessa posizione è stata assunta dai sindacati degli insegnanti. Così mr. Bell ha annunciato che l’idea si trasformerà presto in un progetto operativo. D’altra parte già nel 1995-96 era stato attuato con successo un progetto del genere, che aveva coinvolto un certo numero di dirigenti scolastici in servizio.
Ora, si sa che la Gran Bretagna è una fucina di idee e di proposte, che vengono lanciate a getto continuo, con cadenza quasi giornaliera. La scorsa settimana si era molto parlato, per esempio, dell’idea di costituire le classi sulla base dei quozienti di intelligenza degli allievi. Ma è anche noto, o dovrebbe esserlo, che l’approccio degli inglesi all’innovazione è pragmatico e sperimentale, si muove per tentativi ed errori ed è sempre reversibile. In Italia molte di queste idee vengono spesso guardate con un misto di sufficienza e di scetticismo, perché da noi si tende a pensare l’innovazione in termini di principio e/o di sistema. Ma non sarebbe male, qualche volta, provare ad importare qualche buona idea, e soprattutto provare a vedere se funziona, applicandola con spirito pragmatico, senza cercare troppo l’alibi per non fare.