I consigli della Bindi a Fioroni: molto ascolto prima di scegliere

Per settimane era stata la candidata indiscussa all’istruzione, ma nella notte finale le cose sono cambiate e si è dovuta accontentare del ministero senza portafoglio per la famiglia.
Rosy Bindi in un’intervista al “Corriere della sera” non si sottrae al “gioco” politico, in voga in questi primi giorni del governo Prodi, di dare consigli ad altri colleghi.
Lo fa senza tanti giri di parole, suggerendo al collega Fioroni di mettersi in ascolto, in un lungo viaggio di ascolto, prima di scegliere.
La Bindi dichiara di avere fiducia nel collega Fioroni, che le è stato preferito al ministero che è stato della Moratti, perché “lo conosco: se gli danno un giocattolo, sa farlo funzionare…”
Ma lo mette in guardia su un paio di questioni.
La prima: l’ulivismo. “Se Giuseppe Fioroni non saprà acquisire una mentalità ulivista – dice testualmente – se non riuscirà a riassumere in sé le varie culture del centrosinistra, non sarà in grado di governare un ministero così complesso“.
La seconda: la scuola pubblica. Se fosse stata ministro lei avrebbe per prima cosa cambiato il nome al ministero, ritornando all’antico di pubblica istruzione. “I gestori possono essere pubblici o privati, ma la funzione è pubblica“.