I Comuni spendono solo il 3% per asili nido

I Comuni italiani, secondo i dati ufficiali del ministero degli interni, hanno speso nel 2009 più di 2 miliardi dei loro bilanci (esattamente 2.138.084.675 euro) per Asili nido, servizi per l’infanzia e per i minori, con una incidenza del 3% sulle spese complessive.
È questo importo e questa incidenza che dovranno cambiare decisamente nei prossimi anni se si vorrà sostenere l’espansione dei servizi educativi per la primissima infanzia con l’obiettivo di portare il tasso di iscrizione dall’attuale 13% al 33%, con un incremento di 20 punti percentuali che appaiono francamente molto più di una montagna da scalare.
Il Governo Monti sembra intenzionato a cominciare quella scalata, ma si sappia che la situazione fortemente disomogenea dipende anche dalle scelte (quando sono possibili) dei Comuni. In effetti, se l’incidenza media nazionale delle spese correnti e di investimento è pari al 3% dell’intera spesa sostenuta, vi sono regioni che hanno impegnato molto di più, come, ad esempio, l’Emilia-Romagna ha che impegnato più di 256 milioni di euro (5,08% dei bilanci ) o il Lazio con 350 milioni (4,17%). Sono comunque i Comuni della Lombardia ad avere nell’insieme più di altri (445,5 milioni di euro) pari al 3,9% dei propri bilanci.
I Comuni delle regioni centro settentrionali hanno impegnato tra il 3,5% e il 3,9% dei loro bilanci per asili nido e servizi educativi per la prima infanzia; quelli del Sud e delle Isole l’1,5-2%. I Comuni calabresi hanno impegnato lo 0,30% dei lori bilanci (6,7 milioni di euro), quelli campani l’1,3% (87 milioni) e quelli molisani l’1,2%.