I 500 euro per aggiornarsi. Un modo per far crescere la scuola

È ormai una questione forse di ore o di giorni, poi il Dpcm dei 500 euro per l’autoaggiornamento dei docenti verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e potrà essere valutato in tutti i suoi aspetti, compresi quelli degli articoli iniziali del testo rimasti per il momento sconosciuti.

L’iniziale timore di qualcuno che temeva la tassabilità di quei 500 euro in busta paga è rientrato in considerazione che la legge (comma 121) prevede che “La somma di cui alla Carta non costituisce retribuzione accessoria né reddito imponibile”.

Sarà interessante ora conoscere anche le modalità applicative del decreto per capire meglio, in particolare, i limiti dell’impiego di quel voucher di 500 euro, la natura della sua spendibilità, le pezze giustificative per gli acquisti (ricevuta, fattura?) o per gli ingressi a mostre, musei, spettacoli (semplice biglietto o ricevuta?).

Il Miur, in sede di emanazione delle direttive applicative, dovrà trovare il modo anche per assicurare il più possibile un utilizzo personale del voucher (sicuro per abbonamenti a riviste o per partecipazione a corsi di aggiornamento, labile invece per altri utilizzi), senza creare, tuttavia, troppi impacci burocratici per il suo utilizzo, impacci che finirebbero per vanificare o compromettere le finalità della legge.

Ci auguriamo che prevalga complessivamente la fiducia verso i docenti per un uso responsabile dei 500 euro, anziché la rigidità dei vincoli burocratici. Si annuncia anche un tour de force alla fine dell’anno scolastico per le segreterie delle scuole e dei revisori dei conti impegnati nella rendicontazione.

Nel complesso questa nuova e originale risorsa per l’arricchimento professionale degli insegnanti merita il miglior successo possibile per diventare, nel medio e lungo termine, un volano formativo per tutto il sistema scolastico.