I 500 euro anche a chi non insegna

Risorse adeguate per il rinnovo del contratto, riforma della legge 107 della Buona Scuola, soluzione definitiva del precariato: sono queste le principali richieste dei sindacati rappresentativi della scuola nella fase attuale di mobilitazione.

Oltre a queste rivendicazioni di rango, ce ne sono altre quasi di dettaglio, come quella avanzata dal segretario generale della Uil-scuola, Pino Turi sulla carta per l’aggiornamento.

“In merito alla card per l’aggiornamento professionale, i 500 euro  – ha dichiarato il segretario della Uil scuola –   non possono essere paragonati  a un ‘buono pasto’ che è un diritto contrattuale.

La loro finalità è quella di riconoscere la professionalità docente che, proprio come  accade per il principio di libertà di insegnamento, ha dirette ricadute sugli alunni.

Chi beneficia dunque di insegnamento libero e di un insegnante aggiornato sono proprio gli alunni.

Il punto è che occorre estenderla al personale docente che ne è stato escluso. Siamo al lavoro per trovare una soluzione che dia equità.

Il diritto ai 500 euro è stato correttamente assegnato ai docenti che hanno ruoli sindacali.  

Inizio da me – sintetizza Pino Turi – che attualmente non svolgo funzione docente e ho intenzione di restituirlo, con una precisa finalità:  quella di destinarla al riconoscimento del personale educativo che ne è stato ingiustamente escluso”.

È noto che i sindacati hanno chiesto l’assegnazione dei 500 euro anche agli educatori dei convitti (oltre 2000 unità) mediante l’utilizzo dei residui di assegnazione del bonus (da una stima ampiamente sufficienti ad erogare la card agli educatori).

Dall’iniziativa di Turi si ricava che tutto il personale di ruolo, anche se distaccato dall’insegnamento o comandato presso enti o istituzioni non scolastiche, abbia ricevuto i 500 euro.