Tuttoscuola: Turismo scolastico

Il grande viaggio degli impressionisti

Nel 1874 il fotografo Nadar ospitò nel suo studio una collettiva di giovani artisti, tutti nati intorno al 1840, e raccoltisi sotto il nome di “Società anonima dei pittori, scultori e incisori”. Si trattava di Claude Monet, Camille Pissarro, Edgar Degas, Alfred Sisley, Auguste Renoir, Berthe Morisot, Paul Cezanne, subito ribattezzati “impressionisti” da Leroy, critico del periodico satirico “Charivari”, il quale del resto intendeva ironizzare sulle opere esposte, e in particolare su “Impression, soleil levant” di Claude Monet.

Il gruppo era attivo fin dall’incontro del 1863 tra Monet, Renoir, Sisley e Bazille.

La-grenouillere

Il dipinto “La Grenouillère (1869), ristorante sulla Senna, “ritratto” da Monet e Renoir durante le frequenti escursioni fuori Parigi, può essere considerato un manifesto delle poetiche impressioniste.

Quello che si coglie – e quello che proponiamo qui come primo obiettivo del nostro viaggio – è l’interesse per l’ordinarietà del circostante: luoghi oggi invece consacrati per sempre all’immortalità, luoghi a partire dai quali oggi è possibile riprendere il nostro cammino a ritroso nella loro arte e nella loro poetica, a rebours.

La loro Parigi

Ci sarebbe tanta letteratura da richiamare alla memoria. E musica. E danza. Dovremmo ricordare i poeti e i romanzieri: da Mallarmè a Toulouse-Lautrec; da Maupassant a Debussy; fino a Proust. Ma sarebbe troppo e troppo lungo parlarne.

Si tratta però di riscoprire quella Parigi, innanzitutto, i suoi paesaggi, le sue strade, gli interni, i luoghi di ritrovo della Capitale del tempo.

Il tutto riletto da loro, dagli Impressionisti, attraverso “la centralità della luce, quale tratto unificatore dello spazio, percepito come un continuum in cui i profili chiusi degli oggetti fluidificano”. Il che viene ritratto con tratto rapido, pennellate brevi, macchie, virgole e punti che trattengano le infinitesime vibrazioni delle luce (materia).

Altre cose della loro poetica e del loro mondo – certo – non sono più rinvenibili, anche se i teatri – e l’arte che sopravvive o va in scena – mantengono di quel mondo oggetti e costumi antichi, fascino e poesia fantastica.

Parliamo pertanto dei loro quadri ispirati al teatro, al circo, alle ballerine…

I Luoghi di Van Gogh

Vincent-Van-GoghLa città natale, Aix-en-Provence, città del Sud della Francia conserva vivo il ricordo del suo talento e si è data da fare per onorarne la memoria.

La regione veniva chiamata tradizionalmente, e con una bella espressione, la Terra e la Strada dei Pittori. Del resto, nel periodo che va dal 1875 al 1920, molti artisti, affascinati dal Sud della Francia, celebrano con le loro opere i colori accesi e la luce del Sud.

Basti pensare al genio di Van Gogh, il quale in pochi anni di Provenza ha lasciato al mondo i colori dei papaveri, dei campi di grano, degli scorci della regione come forse non è accaduto per nessun altro.

Un viaggio nei luoghi di Van Gogh infatti parte da L’Aia, la regione della Drente, in Olanda, e dal villaggio di Nuenen dove vive la sua famiglia, ma poi ci conduce ben presto altrove. Prima ad Anversa, in Belgio, alla scoperta di Rubens; poi a Parigi, dove vive infatti a partire dal 1886, con il fratello Theo, mercante d’arte ed al cui fianco riposa oggi, ad Auver-sur-Oise, a Nord Ovest della Capitale transalpina.

Eppure, dopo gli incontri di Parigi con Pissarro, Toulouse-Lautrec, Gauguin – tappa per la quale Van Gogh ha peraltro lasciato grandi opere e scorci da riscoprire con questo nostro viaggio immaginario, a ritroso – la vena più grandiosa del genio si esprime proprio in terra di Provenza, attraverso gli itinerari che ora andremo a suggerire.

Intanto Parigi.

lagaletteResta poco della Parigi di quegli anni eroici. La Montmarte di quegli anni, vera fucina d’arte e di poesia, non c’è più. C’è però ancora il ricordo di questi grandi; il mulino di La Galette, ritratto da Van Gogh nel 1886; la veduta della città, complessiva, da Montmartre, il cui dipinto di Van Gogh risale all’estate dello stesso anno. E poco altro, certo.

Ben altra sorte invece per la Provenza e per Arles, soprattutto, la città che più ispirò l’artista: “non ho che da aprire gli occhi e dipingere ciò che mi colpisce” – ebbe a dire, infatti.

E così, ci sono ancora la Place du Forum, il caffè La Nuit dedicato al pittore; il cimitero dei Campi Elisi, Les Alyscamps; il Lungorodano; l’Arena, l’Abbazia di Montmajour.

Sono i luoghi in cui nacquero opere come il Ponte di Langlois (1888); Il Viale degli Alyscamps; La Notte Stellata; i Campi di Grano. Così come un altra tappa del nostro viaggio nella pittura del genio non può non toccare l’amara Saint-Remy-de-Provence, dove Vincent si ricoverò in una Casa di Cura e dove ritrasse peraltro i silenzi del giardino dell’Ospedale.

Il resto dell’ itinerario  ci porterebbe fuori regione, a Nord di Parigi, a Auvers-sur-Oise, dove ancora oggi esiste la Casa Van Gogh, il luogo in cui il pittore visse un breve periodo appena più sereno, a fianco al fratello Theo, prima del suicidio, avvenuto – in uno dei suoi amati campi di grano – il 29 luglio del 1890.

tomba vgE’ proprio qui, del resto, nel piccolo cimitero di questo paesino della Francia che si può concludere il nostro cammino con il pittore delle notti stellate; qui dove infatti Vincent riposa, vicino al fratello Theo, in una semplicissima tomba di pietra, coperta dall’edera e dai girasoli.

Lontano dalla Provenza…

Dove invece stiamo per tornare, ancora una volta all’insegna della traccia lasciata qui dai pittori.

Da Degas a Cezanne

Cosicché il nostro viaggio sfiora intanto anche il genio di Matisse.

Anche a lui, innamorato infatti ugualmente di questi colori del Sud, l’aristocratica Saint Tropez ha voluto dedicare, non è molto tempo fa, una memorabile Mostra con cui si è puntato a dimostrare visivamente la sua ammirazione per il Sud, celebrando oltretutto il centenario dell’arrivo dell’artista in Costa Azzurra, nel 1904, proprio nel mezzo di quella fase artistica che lo vide attratto dagli scenari selvaggi della Corsica e dai paesaggi del Marocco.

degasAd Avignone e al Museo Angladon (www.angladon.com) è invece legato il nome di Degas.

Ci porta poi a Saint-Remy-de-Provence, La Festa della Strada dei Pittori (www.saint-remy-de-provence.com) ed il Circuito a Piedi, “Un giro nell’universo di Van Gogh”, creato in occasione del 150° anniversario della nascita dell’artista, con 21 pannelli in lava smaltata che riproducono le opere del pittore poste al centro dei paesaggi a cui si era ispirato.

Luoghi da rivedere, ora, e da rivivere sono i luoghi di Cézanne, tra gli altri.
Cézanne che con un dipinto rarissimo, del 1869, ricostruisce d’invenzione un paesaggio locale, infatti, inquadrando un declivio all’Estaque, inusitatamente coperto di una neve sul punto di sciogliersi. Da qui “L’Estaque, veduta del golfo di Marsiglia”, con l’azzurro del mare che troneggia nel trapuntarsi dell’oro delle rocce e dei tetti delle case.
Anche Renoir e Monet sono nel Sud della Francia intorno al 1883, del resto.

Claude-MonetMonet che tornerà da solo nel 1884 a Bordighera e nel 1888 ad Antibes, indirizzando lettere rivelatrici ad Alice Hoschedé, sua seconda moglie, e che intanto ce lo indicano alla scoperta di colori che la sua tavolozza, fino ad allora, non aveva mai considerato.

Le due primavere trascorse da Monet sulle coste del Mediterraneo sono evidentemente riflesse in quadri caratterizzati come da “un ricamo luminoso che ha nel rosa scoperto per l’occasione uno dei suoi punti di pura forza poetica”.
Gauguin (come Van Gogh) nel frattempo è invece ad Arles nei luoghi della “Notte stellata sul Rodano”.

Nel caso in cui si voglia fare un percorso museale sulle tracce di questi grandi artisti,  ci si rivolgerà ai classici Musée d’Orsay, il Musée des Arts Décoratifs e il Cabinet des Estampes della Bibliothèque Nazionale di Parigi, il Narodni Muzej di Belgrado, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Kunstmuseum di Berna, il Musée des Beaux-Arts di Tours, la Najonalgalleriet di Oslo, e poi, ancora, il Metropolitan Museum of Art di New York, la National Gallery di Washington, il Montreal Museum of Fine Arts, la National Gallery di Ottawa, il Columbus Museum di Providence, l’UCLA Hammer Museum di Los Angeles, il Denver Art Museum, dove sono infatti custoditi i grandi capolavori da Cezanne a Degas.

Per maggiori informazioni:
www.museeorsay.fr
www.lesartsdecoratifs.fr
www.maremagnum.eu
www.angladon.com
www.saint-remy-de-provence.com

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