Graduatoria nazionale sui posti vacanti. Perché no?

Servirebbe a coprire tutti i posti nelle regioni con numero inferiore di candidati

È certo che il concorso attuale non riuscirà a coprire tutti i 63.712 posti, perché in diverse regioni non vi è un numero sufficiente di candidati per alcune classi di concorso, nonostante vi sia una eccedenza di candidati in altre regioni per la medesima classe di concorso.

Sono poco più di duemila i posti che fin da questo momento si sa che non verranno coperti a causa di una squilibrata distribuzione di candidati, in particolare per i posti di sostegno (oltre 1.100 certamente vacanti).

Si tratta di un vuoto non colmabile e che al termine delle prove concorsuali potrebbe aumentare per effetto della selezione dei candidati.

Tra qualche mese, a concorso concluso, si conoscerà esattamente quanti posti e per quali classi di concorso non potranno essere assegnati i posti nelle varie regioni.

Nel primo e nel secondo anno del triennio di validità del concorso quel vuoto forse non si farà sentire, ma, esaurite le graduatorie di merito, nel terzo anno non vi saranno più candidati vincitori cui assegnare i posti a concorso e il vuoto risulterà evidente.

Nelle altre regioni e per le stesse classi di concorso vi saranno, invece, molti iscritti nelle graduatorie di merito che, nominati tutti gli altri vincitori, non potranno essere assunti.

Perché non prevedere una temporanea graduatoria nazionale cui possono iscriversi a domanda i candidati inseriti nelle graduatorie di merito delle proprie regioni?

Sarebbe una soluzione che economizzerebbe gli oneri delle procedure concorsuali attuali, stabilizzerebbe un ulteriore numero di candidati, assicurerebbe la piena attuazione del reclutamento programmato e concorrerebbe a ridurre la precarietà degli organici.

Servirebbe ovviamente una norma ad hoc che disponga anche l’efficacia della graduatoria nazionale nei tempi e nei modi previsti per le graduatorie del concorso.