GPS 2026. In arrivo l’Ordinanza. Più peso alle competenze digitali?
Nel mirino l’obiettivo dell’ordinato avvio del prossimo anno scolastico. L’iter amministrativo per arrivarci è estremamente complesso, e il tassello delle procedure di aggiornamento e rinnovo delle graduatorie provinciali e di istituto, e di conferimento delle relative supplenze per il personale docente ed educativo è fondamentale e prodromico a una serie di operazioni successive. In gioco ci sono il diritto allo studio degli studenti sin dai primi giorni di lezione e la continuità didattica per l’intero anno scolastico. Principi verso i quali l’attuale Amministrazione si dimostra molto attenta e, rispetto al passato, efficace nell’individuare le cause che hanno portato spesso a gravi ritardi e a vertiginosi “caroselli” di cattedre nei primi mesi di scuola.
Cosa prevede lo schema dell’O.M. e cosa ha suggerito il CSPI?
In base allo schema presentato:
– A partire dall’emanazione dell’ordinanza varranno esclusivamente le certificazioni informatiche rilasciate da soggetti accreditati da ACCREDIA e conformi ai framework europei DigComp 2.2 e DigCompEdu
Quali conseguenze ci sarebbero?
Il primo punto (solo certificazioni “ACCREDIA”) è da considerare positivo e quasi obbligato, tenendo conto della novità rappresentata dalle certificazioni “sotto accreditamento”, cioè rilasciate all’interno di un sistema regolamentato e vigilato da organismi terzi (Accredia – vigilato da MIMIT con il coinvolgimento di altri Ministeri – che opera all’interno delle regole fissate dagli enti di normazione nazionali e internazionali (UNI, EN, ISO). Un antidoto rispetto al ben noto e purtroppo diffuso fenomeno dei “certificatifici”.
Per il resto, ci sarebbero gravi criticità con lo schema di ordinanza:
– I tanti che avevano già punteggio nelle precedenti graduatorie non verrebbero incentivati per nulla né ad aggiornare le proprie competenze (una certificazione informatica acquisita 5-10 anni quale valore ha in un campo soggetto a rapida obsolescenza?) né a dimostrare di possederle (non si può far finta di non sapere che in troppi casi in passato le certificazioni sono state acquisite in modo non trasparente (cosa di cui ci sono molte evidenze ormai pubbliche). Si perderebbe una grande occasione di attivare una virtuosa “corsa alle competenze” per fare in modo che gli studenti abbiano insegnanti il più possibile all’altezza del loro compito
Insomma il problema principale è quel tetto complessivo di 2 punti, sia per coloro che avevano già punti in graduatoria sia per i “nuovi”, tra l’altro del tutto anacronistico e che sembra dimenticare il gap che l’Italia ha rispetto all’obiettivo fissato dalla UE del Digital Decade: fare in modo che entro il 2030 almeno l’80% dei cittadini raggiungano un livello di competenze digitali almeno di base, sul quale purtroppo il nostro paese è molto in ritardo (46%, quartultimo in Europa).
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