Governo Renzi/2. La pesante eredità del ministro Giannini

Il nuovo titolare del ministero di viale Trastevere Stefania Giannini – informata dell’incarico da un sms del premier Renzi, con il quale ha rivelato di comunicare via messaggini – deve la sua nomina, fondamentalmente, al fatto di essere il segretario di Scelta Civica, e di rappresentare quindi questo partito all’interno di un governo che, come si è spiegato nella news precedente, segna una ripresa di ruolo della politica e dei politici.

Da questo punto di vista si trova in una posizione diversa da quella dei suoi due predecessori, il tecnico puro Francesco Profumo e la tecnica prestata alla politica Maria Chiara Carrozza, che pur nei limiti delle scarse disponibilità di bilancio del Miur, avevano potuto muoversi con una certa autonomia, senza subire condizionamenti di tipo politico-partitico.

Per Giannini la situazione potrebbe cambiare perché Matteo Renzi ha una visione assai più incisiva e interventista del proprio ruolo: più da premier (anche se non lo è, o non lo è ancora) che da presidente del Consiglio secondo l’attuale Costituzione, che ne fa un primus inter pares (che a volte contano e decidono nel proprio ambito più di lui).

Renzi ha già fatto sapere, a partire dalla mozione con cui ha vinto le primarie e attraverso dichiarazioni sue e dei suoi collaboratori più stretti (come Davide Faraone, responsabile welfare e scuola della segreteria Pd), quali sono le sue priorità in campo scolastico: edilizia, asili nido (materie che interessano il suo mondo di provenienza, quello degli enti locali), precari delle graduatorie (con un occhio rivolto al loro numero rilevante, che ne fa un target importante dal punto di vista elettorale).

La Giannini sembra allineata (“Gli investimenti in ricerca, il diritto allo studio e l’edilizia scolastica sono senz’altro tre questioni che ritengo prioritarie”, ha dichiarato) ma è anche la rappresentante nel governo di una forza politica come la montiana Scelta Civica che ha legato la sua immagine a politiche rigorose e meritocratiche.

Intervistata da Tuttoscuola nel corso dell’ultima campagna elettorale (fine gennaio 2013) alla cui conclusione è risultata eletta, e invitata a indicare una priorità, Giannini ha dichiarato quanto segue: “La riqualificazione e l’aggiornamento degli insegnanti della scuola, cui corrisponda un meccanismo di incentivi introdotto con gradualità nel sistema nazionale e che coinvolga anche le università italiane, potrà cambiare il volto stanco e demotivato della scuola italiana e generare un adeguato progetto di formazione permanente. Dalla scuola dipende il futuro del Paese, perché forma coscienze e competenze. Alla scuola va restituito il suo capitale più importante: prestigio e reputazione”. Bene, e auguri. La scuola attende…