
Giulia Lippi: ‘Sogno una scuola che apprezzi le sfumature e che aiuti a crescere con entusiasmo’. L’intervista

Di Sara Morandi
Giulia Lippi, attrice lucchese, ha recentemente ottenuto un grande successo interpretando Ingrid Bergman nella serie “Miss Fallaci”, trasmessa su Raiuno. Nonostante possa sembrare che la sua carriera di attrice e il suo percorso accademico siano distanti, Giulia attribuisce gran parte del suo successo agli studi universitari. Studiare lingue le ha permesso di partecipare a provini internazionali con fiducia, mentre l’analisi della letteratura l’ha aiutata a comprendere più profondamente i personaggi e le sceneggiature. Per interpretare Ingrid Bergman, Giulia ha studiato video storici per cogliere l’accento e i movimenti distintivi dell’attrice svedese. Questo ruolo è stato particolarmente significativo per lei, essendo il primo in cui ha impersonato un personaggio reale. Grazie alla sua formazione linguistica, è riuscita a catturare l’essenza di Bergman, parlando italiano.Oltre alla serie internazionale, Giulia è coinvolta in “Legame Materno”, un cortometraggio che affronta temi complessi come la violenza domestica e sugli animali. Da mamma e cittadina, sogna una scuola che valorizzi l’unicità di ogni studente, guidata da insegnanti appassionati e adeguatamente ricompensati. Cresciuta in una famiglia di donne, Giulia riconosce le sfide che l’essere donna comporta nel mondo del lavoro, ma vede anche l’opportunità di trasformare queste sfide in forza e determinazione. La storia di Giulia Lippi è un esempio di come talento, istruzione e perseveranza possano intrecciarsi per creare una carriera artistica di successo, nonostante le difficoltà incontrate lungo il percorso.
Benvenuta Giulia su Tuttoscuola. Reduce da un recente successo su Raiuno a fianco di Miriam Leone nella serie “Miss Fallaci” Quale ruolo ha avuto l’educazione universitaria nel Suo successo come attrice?
“Sebbene possa sembrare che la mia professione di attrice e il mio percorso di studi siano poco connessi, credo invece di aver tratto molto dai cinque anni di università, non solo a livello personale ma anche proprio relativamente al mio mestiere. La conseguenza più immediata è che aver studiato lingue mi ha permesso poi di poter accedere a provini internazionali senza sentirmi fuori luogo, o in imbarazzo.
Ma leggere e analizzare così tanta letteratura negli anni universitari mi ha anche insegnato a leggere più in profondità ogni sceneggiatura, a poter capire un personaggio dalle poche battute che arrivano per la preparazione di un provino. Mi ha allenato all’interpretazione del testo”.
Come si è preparata per interpretare Ingrid Bergman nella serie “Miss Fallaci”?
“E’ stato emozionante cercare i video d’epoca, quei pochi che la ritraggono nella vita quotidiana, per studiarne l’accento, così particolare ed inconfondibile. E poi, quando si ha a che fare con un personaggio reale, è importante capire come si muove, come cammina… Nel caso di Ingrid c’era un’eleganza innata in ogni suo gesto.
E’ stato incredibile avere avuto questo onore, pur per un piccolo cameo”.
Sia nella vita di un artista, ma anche nella vita in generale (nello studio, nel lavoro, in amore), i “no” o le porte in faccia, fanno male e scoraggiano. Che cosa possiamo fare per imparare ad incassare ed andare avanti?
“I “no” in questo mestiere sono all’ordine del giorno. Vorrei poter dire che ci si abitua ma, per quanto mi riguarda, non è così. Le delusioni ci sono, soprattutto quando si investe emotivamente in un casting credendo di poter essere giusti per il ruolo.
Eppure bisogna imparare che un “no” non ci definisce. Quel “no” è solo parte di un processo, è il risultato di una serie di combinazioni di fattori che sono incontrollabili per un attore. Io posso solo impegnarmi nel creare il provino migliore. Lì finisce il mio lavoro e inizia un percorso in salita che solo a volte porta a un ruolo.
Il “no” non deve farmi sentire rifiutata o giudicata, senza questa consapevolezza non si può andare avanti”.
Ci sono nuovi progetti che progetti che può anticiparci?
“C’è un progetto in uscita il prossimo autunno. Una serie italo americana girata in inglese a Positano. Sarà trasmessa su Amazon Prime.
E’ stata un’esperienza bellissima e mi ha permesso di confrontarmi con un cast internazionale incredibile. E’ in post produzione “Legame Materno”, un cortometraggio girato da Simone Arrighi, che tratta una doppia tematica molto delicata: violenza domestica e violenza sugli animali. E’ stata un’esperienza davvero intensa e non vedo l’ora che il corto inizi il suo percorso”.
Da mamma e da cittadina, che scuola sogna per domani?
“Sogno una scuola che valorizzi l’unicità di ogni bambino prima e studente poi. Che ne sappia apprezzare le sfumature, che permetta di crescere e vivere l’esperienza scolastica con entusiasmo. Una scuola di insegnanti che amano il proprio mestiere (che è tanto complesso e difficile quanto importante) e che vengono giustamente retribuiti per l’incredibile valore sociale che hanno”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via