
Giannini, un ministro della discontinuità?
Nel totoministri del governo Renzi che in queste ore, come di consueto, costituisce lo sport preferito dei commentatori politici, per il ministero dell’istruzione si fa, con insistenza, il nome della senatrice Stefania Giannini, Segretario del Partito “Scelta Civica per l’Italia” (oltre a quello di Mario Mauro, attuale ministro della Difesa).
Si dice che chi entra papa in conclave ne esce cardinale. Potrebbe valere anche per i ministri.
Andiamo, quindi, cauti nell’avanzare in anticipo giudizi e valutazioni, ma è interessante riportare le dichiarazioni rese dalla senatrice sabato pomeriggio, al termine dell’incontro con il Presidente della Repubblica della delegazione di Scelta civica per le consultazioni sul nuovo governo.
Oltre a esprimere sostegno al nuovo governo e alle riforme strutturali annunciate, la sen. Giannini, a nome della delegazione di Scelta Civica, ha dichiarato che serve un governo di coraggio e di ambizione e di attendersi anche già nei prossimi giorni segnali chiari e forti di discontinuità per uscire immediatamente dalla fase di immobilismo che ha caratterizzato l’ultimo periodo.
Ha detto anche di aspettarsi un piano choc per uscire dall’emergenza, favorendo, tra l’altro, l’occupazione giovanile e femminile, riducendo la pressione fiscale derivante soprattutto dall’aggressione della spesa pubblica.
Sono state dichiarazioni forti le sue, soprattutto con riferimento a quel peso aggressivo dell’amministrazione pubblica causa prima della pressione fiscale, che lasciano intravedere, se toccherà a lei dirigere il dicastero di viale Trastevere, una volontà e una intransigenza per azioni severe e non compiacenti che potrebbero non essere del tutto gradite al mondo della scuola.
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