Giannini: Europa avanti solo se istruzione al centro

E sui precari storici: "Oggi vissuti come anomalia, ne faremo motore cambiamento"

Dobbiamo assumerci una responsabilità culturale e sociale assumendo tutti gli insegnanti di cui i singoli istituti hanno bisogno. Dobbiamo abbattere le differenze, le barriere fra quegli insegnanti che ogni anno a settembre sono ‘dentro’ e gli altri, i precari che hanno sempre un piede fuori. Per tutti puntiamo alla formazione obbligatoria al fine di creare effettivamente una ‘buona scuola’ fondata sul merito“. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca Stefania Giannini intervenendo al convegno organizzato da Confindustria alla Luiss.

I temi che ci stanno a cuore come governo sono gli stessi indicati dalla Confindustria – ha continuato – ci occupiamo di ‘buona scuola’ perché nella nostra visione c’è una profonda convinzione: solo un’Europa che riesca a recuperare il valore della scuola potrà traghettarci verso il futuro senza perdere la sua centralità“.

Abbiamo dedicato 4 mesi operosi e silenziosi a elaborare un documento che sta alimentando un grande dibattito – ha proseguito Giannini – siamo certi che si arriverà a una convergenza fra la nostra riforma e le 100 proposte di Confindustria anche se io parto da un tema che in cosa degli imprenditori non è popolarissimo: la necessità di assumere tutti gli insegnanti precari che hanno in media 41 anni e hanno competenze specifiche, a volte, molto importanti“.

E ha concluso: “Solo azzerando l’anomalia fra gli insegnanti che sono ‘dentro’ e i precari che restano ‘fuori’ si potrà arrivare a realizzare una scuola fondata sul merito che apra davvero le porte all’ingresso nel mercato del lavoro“.