Già finita la "luna di miele"con i sindacati del ministro Gelmini. Però…

Nell’incontro con i sindacati, svoltosi subito dopo l’intervento effettuato dinanzi alla Commissione Cultura della Camera, durante il quale aveva auspicato “una grande alleanza per la scuola che restituisca al paese la parola speranza“, il ministro Gelmini aveva concluso il suo intervento affermando che “la scuola non può essere considerata solo uno dei capitoli del bilancio dello Stato, ma va recuperata interamente alla sua dimensione di risorsa strategica per il Paese“.

Lo ricorda la Cisl scuola, che dopo una iniziale apertura di credito verso il ministro (non condivisa dalla FLC Cgil se non per la disponibilità del ministro al dialogo) reagisce ora in modo molto critico ai contenuti del Decreto legge 112: “i fatti ci raccontano una storia diversa“, scrive la Cisl scuola nel suo sito, e questo costringe il sindacato “a mettere in conto, per i prossimi mesi, una forte capacità di iniziativa e di mobilitazione a sostegno e a difesa del diritto all’istruzione e alla formazione“.

Dopo questa secca presa di posizione la Cisl scuola apre però uno spiraglio, ricordando di aver chiesto in passato che si dedicasse all’istruzione e alla formazione un’apposita sessione di lavoro del nostro Parlamento. Ora il sindacato rinnova la richiesta che, “se accolta, consentirebbe di dare senso, credibilità e compiutezza alle affermazioni con cui il ministro Gelmini, nella sua comunicazione alla Commissione Cultura della Camera, ha invocato“.

Il sindacato insomma, di fronte ai tagli e alle altre drastiche misure previste dal governo a carico della scuola, fa il suo mestiere, soprattutto difendere i posti di lavoro. Solo in presenza di un disegno strategico di ampio respiro che rilanci il ruolo della scuola (e di una altrettanto ampia convergenza parlamentare, sembra sottintendere la Cisl scuola) il sindacato potrebbe aprirsi ad una logica meno difensiva, e concorrere alla realizzazione delle innovazioni, sacrifici compresi.