Galan (PDL) boccia il decreto sulla scuola

Se il capogruppo del PDL alla Camera, Renato Brunetta, minaccia il boicottaggio al decreto legge 104 sulla scuola per ritorsione all’eventuale revisione del decreto sull’IMU e all’ipotizzato aumento dell’IVA, Giancarlo Galan (PDL), presidente della Commissione cultura alla Camera, promette invece battaglia contro il decreto legge, perché non ne condivide sostanzialmente il merito.

Come ha riferito in una intervista su “Il giornale”.it, Galan boccia senza mezzi termini tutto il decreto, a cominciare dalla natura stessa del provvedimento (decreto legge), in quanto, Costituzione alla mano, è previsto  “ che il ricorso al decreto-legge sia giustificato da situazioni di comprovata necessità e urgenza. Non era questo il caso, così come in altre cento occasioni precedenti. È l’ennesima dimostrazione che il nostro meccanismo istituzionale non funziona.”

Il presidente della Commissione cultura avanza un’altra pesante pregiudiziale verso il decreto, affermando che “Tra l’altro giudico inquietante la tendenza di ogni ministro dell’Istruzione a smontare ogni volta quanto fatto dal suo predecessore, senza lasciare alla scuola il tempo necessario perché le nuove regole si sedimentino. Sembra che in ciascuno prevalga la smania di lasciare una traccia del proprio passaggio con una legge che porti la sua firma».

Galan, che dovrà essere relatore di maggioranza del decreto in sede di conversione (!!), snocciola senza sconti le sue critiche di merito nei confronti del provvedimento (a suo parere poco liberale e molto statalista), sparando a zero su: copertura finanziaria (basta nuove tasse), bonus maturità (meglio una proroga temporanea), mancanza di aiuto alle famiglie (una perversione ideologica a favore delle scuole statali), garanzia eccessiva per gli insegnanti (non c’è attenzione per il futuro degli studenti.

Nell’intervista viene chiesto a Galan: “il decreto Carrozza non s’ha quindi da votare?. La risposta è un po’ evasiva: «Confido in miglioramenti».

L’intervistatore insiste: “E se restasse così com’è?” “«Mah, vedremo. Con la sinistra, sull’istruzione e su molto altro, abbiamo idee ontologicamente inconciliabili. Mi consolo con la certezza che queste larghe intese prima o poi finiranno».