Frenata delle nascite di bambini stranieri

Gli ultimi dati Istat pubblicati nei giorni scorsi confermano il progressivo decremento di nascite in Italia, che a fine anno dovrebbero toccare le 13 mila unità in meno (un trend negativo che continua: erano state 11 mila in meno nel 2014, 20 mila circa l’anno prima).

La denatalità ha varie cause di ordine sociale ed economico, ma certamente è anche influenzata dall’andamento delle nascite di bambini stranieri.

Per anni la quota di nascite di bambini figli di stranieri aveva fatto da traino all’andamento demografico, mascherando la flessione continua delle nascite di bambini italiani. Ora, però, la locomotiva straniera ha rallentato la sua corsa e non fornisce più un consistente apporto all’andamento delle nascite.

Il picco più elevato di nati stranieri si era avuto nel 2012 con 78.037 unità, scese a 75.900 nel 2013 e a 73.295 nel 2014. Si prevede per quest’anno 2015 un’ulteriore flessione.

I nati stranieri rappresentano circa il 15% complessivo delle nascite, ma al Nord, nonostante questa frenata demografica, raggiungono il 24% in Emilia Romagna (cioè un bambino straniero ogni quattro nati), il 22,5% in Lombardia, il 21,7% nel Veneto e il 20% in Toscana.

Al Sud e nelle Isole (con la sola esclusione dell’Abruzzo) la percentuale di nati stranieri oscilla tra il 3,7% della Sardegna e il 6,3% della Calabria.

Dai dati delle nascite è facile immaginare quale sarà la mappa delle cittadinanze che siederanno tra qualche anno sui banchi delle classi.